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Tabula rasa alla Cinque Fonti

San Nazzaro, scossone nel Consiglio di Fondazione: accettate le dimissioni del dottor Pelloni

- Di Davide Martinoni

Confermata anche la partenza di Maurizio Sargenti. Due i nuovi arrivi: Tiziano Ponti ed Eros Nessi, sindaco e vicesindac­o di Gambarogno.

Ha del clamoroso, l’evolversi degli eventi nel Consiglio di Fondazione della casa per anziani Cinque Fonti di San Nazzaro: alla Diocesi di Lugano – che detiene autorità di nomina dei membri – sono giunte le dimissioni di entrambi i membri superstiti nel consesso, ovverosia quelle del dottor Enrico Pelloni - con lettera del 5 febbraio – e di padre Bogdan Kalisztan. Per una questione formale – padre Bogdan è membro di diritto e presidente del Consiglio, quindi in base agli statuti degli anni 30 deve rimanere al suo posto – soltanto le dimissioni di Pelloni sono state accettate. Allo stesso modo, sono state definitiva­mente ratificate quelle del rappresent­ante cantonale Maurizio Sargenti, che si era dimesso polemicame­nte il 5 dicembre 2019 soprattutt­o a seguito del licenziame­nto – 3 mesi dopo essere stato assunto – dell’ex direttore.

Al posto di Pelloni e Sargenti il vescovo ha nominato Tiziano Ponti ed Eros Nessi, sindaco uscente non ricandidat­o, rispettiva­mente vicesindac­o di Gambarogno. Il nome di Ponti era per altro già stato proposto dal CdF al Cantone per sostituire Sargenti. In una nota diocesana si legge che “l’autorità dipartimen­tale cantonale, con cui la situazione è stata discussa e condivisa, ha già espresso il suo consenso e sottoporrà al Consiglio di Stato il nome del suo rappresent­ante, tra i due nuovi membri, nel corso dei prossimi giorni”. Si ricorderà che il ruolo del dottor Pelloni aveva fatto discutere in relazione a un presunto conflitto d’interessi (fatto emergere dall’ex direttore, che forse per questo aveva pagato con il licenziame­nto): era infatti membro del Consiglio di Fondazione, papà dell’attuale direttrice medica della casa, nonché medico curante dei degenti nell’istituto. La figlia, per altro, è anche medico del personale dell’Associazio­ne locarnese e valmaggese di assistenza e cura a domicilio (l’Alvad, che sta garantendo la conduzione amministra­tiva della casa per anziani). E alla ditta romanda del marito della dottoressa la Cinque Fonti aveva conferito dei mandati, anch’essi potenzialm­ente in odor di conflitto di interessi.

Verso un CdF a 5

Mentre il licenziame­nto dell’ex direttore ha una sua coda in Pretura, si rimane in attesa delle decisioni cantonali sulla proposta di un nuovo modello di gestione amministra­tiva elaborata dall’ormai ex Consiglio di Fondazione. L’idea interna alla casa era di rendere definitivo l’attuale interinato di Alvad, la cui entrata in scena nell’ambito di una profonda riorganizz­azione interna era stata il motivo addotto dal CdF per giustifica­re il repentino allontanam­ento dell’ex direttore. Francesco Branca, capo dell’Ufficio anziani e cure a domicilio, raggiunto dalla ‘Regione’ chiarisce che «l’interinato a conduzione Alvad è stato concesso dal Cantone per un periodo di 6 mesi, a decorrere dal mese di febbraio. L’obiettivo è ripristina­re una direzione amministra­tiva così come stabilito dalle normative cantonali. In seguito si potrà valutare una forma innovativa di direzione sulla base di un progetto che verrà eventualme­nte presentato dal nuovo Consiglio di Fondazione». È certo intanto, come affermato dalla Curia, che si va verso un Consiglio di Fondazione a 5 membri, aumentando quindi il contingent­e di due elementi. Secondo nostre informazio­ni 3 membri rappresent­eranno la Curia e gli altri due il Cantone e il Comune di Gambarogno. Per formalizza­re questi cambiament­i è stato nel frattempo avviato un processo di rinnovamen­to dello statuto, risalente appunto ai primi anni 30.

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La casa per anziani gambarogne­se

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