Tabula rasa alla Cinque Fonti
San Nazzaro, scossone nel Consiglio di Fondazione: accettate le dimissioni del dottor Pelloni
Confermata anche la partenza di Maurizio Sargenti. Due i nuovi arrivi: Tiziano Ponti ed Eros Nessi, sindaco e vicesindaco di Gambarogno.
Ha del clamoroso, l’evolversi degli eventi nel Consiglio di Fondazione della casa per anziani Cinque Fonti di San Nazzaro: alla Diocesi di Lugano – che detiene autorità di nomina dei membri – sono giunte le dimissioni di entrambi i membri superstiti nel consesso, ovverosia quelle del dottor Enrico Pelloni - con lettera del 5 febbraio – e di padre Bogdan Kalisztan. Per una questione formale – padre Bogdan è membro di diritto e presidente del Consiglio, quindi in base agli statuti degli anni 30 deve rimanere al suo posto – soltanto le dimissioni di Pelloni sono state accettate. Allo stesso modo, sono state definitivamente ratificate quelle del rappresentante cantonale Maurizio Sargenti, che si era dimesso polemicamente il 5 dicembre 2019 soprattutto a seguito del licenziamento – 3 mesi dopo essere stato assunto – dell’ex direttore.
Al posto di Pelloni e Sargenti il vescovo ha nominato Tiziano Ponti ed Eros Nessi, sindaco uscente non ricandidato, rispettivamente vicesindaco di Gambarogno. Il nome di Ponti era per altro già stato proposto dal CdF al Cantone per sostituire Sargenti. In una nota diocesana si legge che “l’autorità dipartimentale cantonale, con cui la situazione è stata discussa e condivisa, ha già espresso il suo consenso e sottoporrà al Consiglio di Stato il nome del suo rappresentante, tra i due nuovi membri, nel corso dei prossimi giorni”. Si ricorderà che il ruolo del dottor Pelloni aveva fatto discutere in relazione a un presunto conflitto d’interessi (fatto emergere dall’ex direttore, che forse per questo aveva pagato con il licenziamento): era infatti membro del Consiglio di Fondazione, papà dell’attuale direttrice medica della casa, nonché medico curante dei degenti nell’istituto. La figlia, per altro, è anche medico del personale dell’Associazione locarnese e valmaggese di assistenza e cura a domicilio (l’Alvad, che sta garantendo la conduzione amministrativa della casa per anziani). E alla ditta romanda del marito della dottoressa la Cinque Fonti aveva conferito dei mandati, anch’essi potenzialmente in odor di conflitto di interessi.
Verso un CdF a 5
Mentre il licenziamento dell’ex direttore ha una sua coda in Pretura, si rimane in attesa delle decisioni cantonali sulla proposta di un nuovo modello di gestione amministrativa elaborata dall’ormai ex Consiglio di Fondazione. L’idea interna alla casa era di rendere definitivo l’attuale interinato di Alvad, la cui entrata in scena nell’ambito di una profonda riorganizzazione interna era stata il motivo addotto dal CdF per giustificare il repentino allontanamento dell’ex direttore. Francesco Branca, capo dell’Ufficio anziani e cure a domicilio, raggiunto dalla ‘Regione’ chiarisce che «l’interinato a conduzione Alvad è stato concesso dal Cantone per un periodo di 6 mesi, a decorrere dal mese di febbraio. L’obiettivo è ripristinare una direzione amministrativa così come stabilito dalle normative cantonali. In seguito si potrà valutare una forma innovativa di direzione sulla base di un progetto che verrà eventualmente presentato dal nuovo Consiglio di Fondazione». È certo intanto, come affermato dalla Curia, che si va verso un Consiglio di Fondazione a 5 membri, aumentando quindi il contingente di due elementi. Secondo nostre informazioni 3 membri rappresenteranno la Curia e gli altri due il Cantone e il Comune di Gambarogno. Per formalizzare questi cambiamenti è stato nel frattempo avviato un processo di rinnovamento dello statuto, risalente appunto ai primi anni 30.