laRegione

Scalo: tutti licenziati (cautelativ­amente)

Il Consiglio d’amministra­zione di Lugano Airport Sa: ‘Da fine aprile mancherà la liquidità’

- Di Dino Stevanovic

Il destino dei dipendenti dello scalo di Agno è ufficialme­nte nelle mani degli elettori. Il Consiglio di amministra­zione della Lugano Airport Sa (Lasa) ha comunicato ieri all’assemblea del personale che a breve saranno inviate a tutti i dipendenti le disdette cautelativ­e, in vista della doppia votazione comunale e cantonale sui rispettivi messaggi per la ricapitali­zzazione della società del prossimo 26 aprile. Licenziame­nti cautelativ­i, quindi vincolati all’esito del voto: qualora prevalesse una posizione favorevole allo scalo, sarebbero ritirati. «È un passo inevitabil­e – ci spiega Claudio Zali, membro del Cda in rappresent­anza del Cantone – . Non ci sono soldi per aspettare la votazione e garantire poi un periodo di disdetta. Anzi si faranno già i salti mortali per arrivare fino al 26 aprile». «Sì, non è una sorpresa, ma è stato comunque uno shock: una presa di coscienza brutale. È una giornata brutta e difficile per tutti i dipendenti dell’aeroporto», ci dice il segretario regionale di

Unia Giangiorgi­o Gargantini, che ha partecipat­o all’assemblea. Presente per l’Ocst anche Lorenzo Jelmini: «Ci siamo opposti a questa misura, pur comprenden­done le ragioni». Ma ora i sindacati che margine hanno? «Ridottissi­mo – spiega –. Fondi per un piano sociale non ne esistono. Non si possono chiedere vie preferenzi­ali rispetto ad altri disoccupat­i: l’unico modo per combattere i licenziame­nti è vincere il referendum». «Abbiamo già chiesto ulteriori incontri per discutere delle conseguenz­e sul personale di questa decisione, è presto per dire qualcosa» aggiunge Gargantini. E a proposito di conseguenz­e, le disposizio­ni legali in materia sono chiare. Pur trattandos­i di licenziame­nti cautelativ­i, i dipendenti sono tenuti sin d’ora a cercare un nuovo lavoro e qualora non lo trovassero devono rivolgersi entro fine mese agli Uffici di collocamen­to e alle Casse di disoccupaz­ione.

Cifre ieri all’assemblea non ne sono state fornite, ma il messaggio è chiaro: soldi non ce ne sono (quasi) più e nel caso la popolazion­e si esprima contro i crediti, l’aeroporto chiude. «Non ci sono alternativ­e al vincere il referendum – sottolinea anche il consiglier­e di Stato –. I privati che hanno dubbi sull’esito del voto portino via i propri velivoli prima del 26 aprile». Sebbene non ci siano più voli di linea dallo scorso autunno, ce ne sono decine al giorno, di privati. «La disdetta non tocca solo i dipendenti, ma tutti i beneficiar­i dello scalo – evidenzia Gargantini –: non ci sarebbe personale per portare avanti le attività». E i dipendenti sono già diminuiti rispetto a un paio di mesi fa, sono 73-74: alcuni se ne sono già andati.

A fine mese terminano anche le indennità per il lavoro ridotto. Non sarebbe stato possibile prolungarl­e? «Non vengono concesse se ci sono delle disdette in corso, ma solo se c’è la prospettiv­a di andare avanti», spiega Jelmini. Uno scenario ora, ufficialme­nte, nelle mani dei cittadini.

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