Pacta sunt servanda!
Discriminare qualcuno o qualcuna per il proprio orientamento sessuale è ora penalmente perseguibile come il razzismo. I risultati della votazione di domenica scorsa hanno dimostrato che la società (almeno per questo argomento) è ora più tollerante e più armoniosa, soprattutto in Ticino che ha votato con 3 punti superiori alla media svizzera. La vittoria è soprattutto quella delle associazioni e delle organizzazioni in difesa della comunità Lgbt e più in generale dei diritti umani. La non discriminazione è infatti un principio di base e allo stesso tempo un articolo di ogni trattato internazionale relativo ai diritti umani. Chi opera in questo campo è perfettamente consapevole che la legge non è il punto finale della questione, ma c’è ancora tanto da fare per un rispetto autentico dei diritti umani. Non è infatti unicamente con l’entrata in vigore di una nuova legge, e la storia ce lo insegna, che la società cambierà subito attitudine nei confronti dei pregiudizi e delle discriminazioni. Si tratterà di continuare a proteggere e a promuovere dei valori indiscutibili come i diritti umani e di creare un vero e proprio nuovo contratto sociale, una cultura della relazione con “l’altro”, sia esso in situazione di handicap, migrante, gay o (...)
(…) lesbica. Si tratta ora di riflettere all’applicazione di quest’ampliamento di norma analogamente a quanto già si fa col razzismo. Sarà necessario quindi informare e fare prevenzione a tutti i livelli, specialmente nelle scuole. Pensando alla commissione contro il razzismo, si potrebbero aggiungere alle sue attività quelle sulla discriminazione secondo l’orientamento sessuale con l’obiettivo che ognuno od ognuna possa disporre degli stessi diritti.
Su questa questione, già nel 2018 l’Associazione Franca aveva inviato un’articolata presa di posizione all’attenzione del Consiglio di Stato, perché preoccupata di alcuni atti di discriminazione nei confronti di persone minorenni. La stessa era stata inviata e fatta circolare tra le varie istanze che si occupano di diritti umani al di là del Gottardo. Nel nostro piccolo, crediamo di avere dato il nostro modesto contributo per raggiungere questo tanto auspicato risultato. Continueremo a promuovere il valore di ogni persona e delle diversità presenti nella nostra società, a deplorare chi stigmatizza con violenza adulti e bambini in situazione di vulnerabilità e di emarginazione, ivi compresi i minorenni non accompagnati, rifugiati, richiedenti l’asilo, i minori con disabilità, quelli e quelle presi di mira per il loro orientamento sessuale e coloro sprovvisti di un titolo di soggiorno valido (sans papiers). Invitiamo, ovviamente, tutti i cittadini e le cittadine a fare la stessa cosa. Chiunque, e per cognizione di causa, potrà denunciare gli episodi di incitamento all’odio nello spazio sociale, nei media e nei “social-media”, per l’impatto su minorenni e adulti appartenenti a questi gruppi, che ora godono della protezione prevista dall’articolo 261bis del Codice penale sulla discriminazione razziale. Un passo avanti è stato fatto. “Pacta sunt servanda”, ora mettiamolo in pratica quando sarà necessario!