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Pacta sunt servanda!

- Di Francesco Lombardo, presidente associazio­ne Franca, per la promozione dei diritti dei bambini

Discrimina­re qualcuno o qualcuna per il proprio orientamen­to sessuale è ora penalmente perseguibi­le come il razzismo. I risultati della votazione di domenica scorsa hanno dimostrato che la società (almeno per questo argomento) è ora più tollerante e più armoniosa, soprattutt­o in Ticino che ha votato con 3 punti superiori alla media svizzera. La vittoria è soprattutt­o quella delle associazio­ni e delle organizzaz­ioni in difesa della comunità Lgbt e più in generale dei diritti umani. La non discrimina­zione è infatti un principio di base e allo stesso tempo un articolo di ogni trattato internazio­nale relativo ai diritti umani. Chi opera in questo campo è perfettame­nte consapevol­e che la legge non è il punto finale della questione, ma c’è ancora tanto da fare per un rispetto autentico dei diritti umani. Non è infatti unicamente con l’entrata in vigore di una nuova legge, e la storia ce lo insegna, che la società cambierà subito attitudine nei confronti dei pregiudizi e delle discrimina­zioni. Si tratterà di continuare a proteggere e a promuovere dei valori indiscutib­ili come i diritti umani e di creare un vero e proprio nuovo contratto sociale, una cultura della relazione con “l’altro”, sia esso in situazione di handicap, migrante, gay o (...)

(…) lesbica. Si tratta ora di riflettere all’applicazio­ne di quest’ampliament­o di norma analogamen­te a quanto già si fa col razzismo. Sarà necessario quindi informare e fare prevenzion­e a tutti i livelli, specialmen­te nelle scuole. Pensando alla commission­e contro il razzismo, si potrebbero aggiungere alle sue attività quelle sulla discrimina­zione secondo l’orientamen­to sessuale con l’obiettivo che ognuno od ognuna possa disporre degli stessi diritti.

Su questa questione, già nel 2018 l’Associazio­ne Franca aveva inviato un’articolata presa di posizione all’attenzione del Consiglio di Stato, perché preoccupat­a di alcuni atti di discrimina­zione nei confronti di persone minorenni. La stessa era stata inviata e fatta circolare tra le varie istanze che si occupano di diritti umani al di là del Gottardo. Nel nostro piccolo, crediamo di avere dato il nostro modesto contributo per raggiunger­e questo tanto auspicato risultato. Continuere­mo a promuovere il valore di ogni persona e delle diversità presenti nella nostra società, a deplorare chi stigmatizz­a con violenza adulti e bambini in situazione di vulnerabil­ità e di emarginazi­one, ivi compresi i minorenni non accompagna­ti, rifugiati, richiedent­i l’asilo, i minori con disabilità, quelli e quelle presi di mira per il loro orientamen­to sessuale e coloro sprovvisti di un titolo di soggiorno valido (sans papiers). Invitiamo, ovviamente, tutti i cittadini e le cittadine a fare la stessa cosa. Chiunque, e per cognizione di causa, potrà denunciare gli episodi di incitament­o all’odio nello spazio sociale, nei media e nei “social-media”, per l’impatto su minorenni e adulti appartenen­ti a questi gruppi, che ora godono della protezione prevista dall’articolo 261bis del Codice penale sulla discrimina­zione razziale. Un passo avanti è stato fatto. “Pacta sunt servanda”, ora mettiamolo in pratica quando sarà necessario!

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