Proibizionismo… in salsa hi-tech
Più ci penso e più mi sembra di fare passi indietro, di circa 400 anni quando la Chiesa abiurava Galileo Galilei: che senso ha vietare gli smartphone a scuola? Stiamo parlando di un attrezzo posseduto dal 60% della popolazione mondiale.
I proponenti dichiarano che questo regolamento permetterebbe di arginare il bullismo. Karate Kid, film girato nel 1984, si basa proprio su un episodio di bullismo, che 36 anni dopo ha cambiato forma ed è diventato cyber. Questo problema non può essere risolto semplicemente vietando il cellulare a scuola: gli episodi di cyberbullismo avvengono per lo più al di fuori dell’orario scolastico, ad esempio la sera poco prima di addormentarsi. Inoltre la storia insegna che il proibizionismo ha spesso accentuato i problemi che avrebbe voluto risolvere.
13 anni fa sono arrivati i primi smartphone e il modo di comunicare è cambiato. Stiamo parlando di un aggeggio magico che ci permetterebbe di gestire una missione sulla Luna. Con uno smartphone ci si può leggere il giornale, fare la spesa, eseguire operazioni bancarie, lavorare… Questa primavera arriveranno degli schermi pieghevoli che permetteranno di trasformare il proprio telefonino in un pc portatile, questo dovrebbe essere interessante anche per la didattica a scuola. Al mondo degli smartphone sono legati migliaia di mestieri, vietarne l’uso a scuola sarebbe un chiaro segno che il nostro sistema e la nostra società non sono più in grado di adattarsi ai tempi che cambiano.
Concludo con una mia personalissima impressione da 30enne: se i giovani preferiscono stare attaccati al telefonino invece di “relazionarsi” con noi, è semplicemente perché noi vecchi siamo noiosi. José Del Romano, Lodrino