Al via la campagna sulla libera circolazione
Per Karin Keller-Sutter l’iniziativa dell’Udc è pericolosa per la Svizzera
Disdire la libera circolazione delle persone con l’Unione europea (Ue) rappresenta un pericolo per la Svizzera. Ieri la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha ribadito ai media che l’iniziativa popolare dell’Udc ‘Per un’immigrazione moderata’, in votazione il 17 maggio, non piace a Confederazione e Cantoni. Keller-Sutter ha lanciato l’allarme, sostenendo che approvando l’iniziativa si rischia, con un vero e proprio salto nel buio, di mettere in gioco la prosperità della Confederazione. Il testo chiede infatti al Consiglio federale di denunciare l’accordo sulla libera circolazione, se non fosse possibile abrogarlo di comune intesa con l’Ue. In tal modo, l’iniziativa decreta in pratica l’abbandono degli accordi bilaterali I, visto che si applicherebbe la cosiddetta clausola ghigliottina. E ciò «mette in gioco il benessere del Paese», ha sottolineato la consigliera federale. L’iniziativa prevede un termine negoziale di 12 mesi per abrogare l’intesa di comune accordo, che il governo non considera però realistico. «Si tratta di condizioni in un certo senso più dure di quelle affrontate dal Regno Unito per la Brexit», ha detto Keller-Sutter.
Per la ‘ministra’ di giustizia e polizia, la Svizzera è riuscita a trovare una via autonoma in Europa e a concludere con l’Ue trattati calibrati sulle sue necessità. In tal modo la Confederazione trae numerosi vantaggi dalle buone relazioni con il suo principale partner commerciale. «Il nostro Paese è fortemente connesso e i rischi provocati da una rottura della via bilaterale sono davvero troppo elevati», ha detto. «Il governo non intende portare la Svizzera nella pericolosa situazione di non avere alcun accordo», ha aggiunto. Se il 17 maggio la popolazione elvetica dovesse accettare l’iniziativa, significherebbe semplicemente la fine della collaudata via bilaterale: «Si tratterebbe di far ripartire ogni tipo di rapporto con Bruxelles da zero», ha spiegato Keller-Sutter. Uno dei rischi, è quello di perdere numerosi posti di lavoro.
La consigliera federa ha poi anche parlato, in italiano, della situazione specifica del Ticino, sottolineando la presenza di molti frontalieri: «Il governo ne è a conoscenza. La collaborazione fra parti sociali e i controlli sono fondamentali». Ma è anche vero «che già oggi la Svizzera, in alcuni settori, non dispone di personale sufficiente, e in questo senso l’immigrazione è molto importante».
Più in generale, la consigliera federale ha evidenziato che la via bilaterale ha permesso di arrivare alla situazione agiata in cui ci troviamo attualmente, con un’economia sana e una disoccupazione bassa. Inoltre, il Consiglio federale lavora per avere solamente l’immigrazione necessaria.
Anche il consigliere di Stato sangallese Benedikt Würth, in veste di presidente della Conferenza dei governi cantonali, ha chiesto a nome dei Cantoni di votare ‘no’ il 17 maggio.