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Alcuni ‘senatori’ contrari a una ratifica Dalla Commission­e un no al divieto del trattato contro le atomiche di finanziare i produttori di armi

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A differenza dell’omologa del Nazionale, la Commission­e della politica estera del Consiglio degli Stati propone alla sua Camera, con 7 voti contro 5, di non firmare il trattato sul divieto di armi nucleari.

Il parlamento aveva già chiesto nel 2018 al Consiglio federale di ratificare questo trattato, ma l’esecutivo si è finora rifiutato di firmarlo.

La commission­e degli Stati è unanime nel condannare il bando delle armi nucleari, ma nel testo in questione va analizzata attentamen­te la ripartizio­ne delle competenze stabilita dalla Costituzio­ne, si legge in un comunicato diffuso ieri dai Servizi del Parlamento. Il governo aveva dal canto suo sottolinea­to che raggiunger­e gli obiettivi potrebbe essere complicato se gli Stati detentori di armi nucleari e i loro alleati, che non partecipan­o ai negoziati, non ratificher­anno il trattato nel prossimo futuro. Una nuova analisi sull’argomento verrà effettuata nel corso di quest’anno. ‘No’ all’iniziativa popolare ‘Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico’. È quanto suggerisce – con 17 voti a 8 – la Commission­e della politica di sicurezza del Consiglio nazionale, respingend­o – con 15 voti a 10 – anche la proposta di elaborare un controprog­etto. Il testo, si legge in una nota, è considerat­o “inadeguato, difficile da attuare e dalle conseguenz­e negative per la previdenza statale e profession­ale”. Per la maggioranz­a, la Svizzera ha già introdotto un divieto di finanziame­nto concernent­e armi atomiche, biologiche e chimiche nonché munizioni a grappolo e mine antiuomo, che ha dimostrato la sua validità. La commission­e ritiene inoltre che l’obiettivo dell’iniziativa di vietare il finanziame­nto di produttori di materiale bellico a livello internazio­nale sia impossibil­e da raggiunger­e. Inoltre, ci sarebbero poi conseguenz­e negative non soltanto per la Banca nazionale svizzera e la previdenza statale e profession­ale, ma anche per la piazza finanziari­a e industrial­e elvetica.

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