Il terrorismo del virus
Il direttore generale dell’Oms: il mondo si deve svegliare, è il pericolo pubblico numero uno Superate le mille vittime in Cina, ma il tasso di mortalità resta basso. Un vaccino forse disponibile in diciotto mesi.
Ginevra – Il coronavirus si può battere, ma oggi è una “minaccia peggiore del terrorismo”. Nel giorno in cui il numero dei morti ha superato la soglia psicologica di 1’000 unità, Adhanom Ghebreyesus ha alzato il livello di allarme: “Un virus – ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – può creare più sconvolgimenti politici economici e sociali di qualsiasi attacco terroristico. Il mondo si deve svegliare e considerare questo virus come il nemico numero uno”. E non si sa se si sia trattato di un tentativo di recuperare vigore, dopo le quiete reazioni della prima ora alle notizie della diffusione del virus. Comunque, Covid-19 – la sigla che sintetizza corona, virus e disease (malattia) – può essere fermato, ha aggiunto Ghebreyesus, salutando a Ginevra 400 scienziati giuntivi da tutto il mondo per fare il punto sull’epidemia, purché non si perda tempo e si sfrutti la “finestra di opportunità” che pare essersi aperta.
La stessa Oms ha inviato in Cina una prima delegazione internazionale di esperti guidata da Bruce Aylward, epidemiologo canadese “veterano di emergenze”.
E la Cina, da parte sua, combatte il virus e la caduta di immagine che ha prodotto. Ieri ne hanno fatto le spese i dirigenti della regione dell’Hubei per come hanno gestito l’emergenza: il segretario del partito per la Commissione salute della provincia, il capo della Commissione e il vicedirettore della Croce Rossa locale. E mentre si aspetta il vaccino, che sempre secondo l’Oms “potrebbe essere pronto in 18 mesi”, il totale dei contagiati è salito a 43’144, quello delle vittime a 1’018. In crescita anche il numero dei decessi in una sola giornata: 108 morti lunedì.
Si è inoltre registrato il primo caso in California, che porta a 13 il numero degli ammalati negli Usa, e altri due casi in Vietnam, compresa una bimba di tre mesi. Ma la diffusione al resto del mondo in generale è ben controllata, in particolare in Europa, dove la “cintura di sicurezza sta funzionando adeguatamente”, secondo un’analisi della Fondazione Gimbe che rileva come per ogni mille casi confermati in Cina si conta un solo caso in Europa.
A dare un’idea del tasso di mortalità del Covid-19, e almeno parzialmente a rassicurare, è intervenuto anche Luigi Ventura, professore ordinario di Economia politica dell’Università La Sapienza di Roma. “Se lo zoom si fa su Wuhan e la provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia, la percentuale è del 3%. Se invece si guarda al resto della Cina la percentuale scende al 4 per mille. Numero uguale per il resto del mondo”.
Per ora, ne uccidono di più l’influenza o il terrorismo...