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‘Una partita come le altre? No’

Pelletier: ‘Disciplina ed efficacia hanno fatto la differenza. Cereda: ‘Più timore di perdere che voglia di vincere’.

- Di Moreno Invernizzi e Daniele Neri

Lugano – «Abbiamo avuto tanta pazienza in questa partita, senza mai perdere il filo – racconta il tecnico del Lugano Serge Pelletier –. Sapevamo che sarebbe stata parecchio complicata. E, infatti è stata una vera battaglia. Dopo 40’ ho detto ai ragazzi di essere disciplina­ti ed efficaci, senza speculare. Tattica che alla fine si è rivelata pagante. Sono contento per la bella prova fornita da Schlegel. Abbiamo due ottimi portieri, e questo è un aspetto di cui siamo molto contenti». Come hai vissuto questo derby? «Con molta emozione, da allenatore era il mio primo. È stata una partita speciale: molti dicono che in fin dei conti è come una qualsiasi altra partita, ma non è vero. Il derby di oggi, poi, era condito da una classifica molto aperta; i 3 punti erano fondamenta­li». Decisiva per raggiunger­e i playoff? «In quest’ottica forse no: c’è ancora tanto da giocare».

Una chiara impronta in questa partita ce l’ha lasciata Reto Suri, autore di una doppietta. Il numero 9 del Lugano si gode il successo, ma mette tutti in guardia: «La stagione è lunga, non bisogna mai smettere di lavorare. Prima o poi i risultati arrivano, e per me anche le reti. E se queste possono aiutare i compagni, come oggi, non posso che esserne contento. Unico neo il fatto che abbia dovuto restare per 12’ sulla panchina dei penalizzat­i, ma durante quel tempo i miei compagni sono stati bravissimi, è stato un derby pieno di emozioni, che bisognava assolutame­nte controllar­e. E penso che stasera ci siamo riusciti». Poi Suri torna sul film della partita: «Volevamo prenderla subito in mano, ci siamo riusciti. Peccato per il momentaneo 1-1... Ma una volta ritrovato il vantaggio, abbiamo controllat­o bene la partita, e col gol di Bertaggia (il 3-1, ndr) abbiamo chiuso il discorso». Un gol subìto e tante buone parate:

Niklas Schlegel si gode il successo nel suo primo derby: «Giocare il mio primo derby proprio davanti ai nostri tifosi, in una pista incandesce­nte, è stato emozionant­e. Già nel warmup i tifosi cantavano ed era da pelle d’oca. Ci hanno sicurament­e aiutato a vincere una partita tirata, difficile, incandesce­nte. Niente ci è stato regalato. Fino al 3-1 l’Ambrì ha fatto di tutto per tornare in partita. È una vittoria di tutta la squadra. In tutta franchezza il 5-1 è un po’ bugiardo: i biancoblù si sono ancora una volta dimostrati un avversario ostico. Noi però abbiamo replicato colpo su colpo».

L’amarezza in casa biancoblù

C’è parecchia delusione sul fronte biancoblù, al termine di una partita che li ha visti sì quasi sempre costretti a inseguire, ma comunque sempre in corsa almeno fino al 5’ dal termine. «Sì, fino al 3-1 è stata una partita apertissim­a – racconta un affranto Joël Neuenschwa­nder –. Non è stata una bruttissim­a partita, ma nemmeno la nostra migliore». Per un derby che va agli archivi, ce n’è già un altro a cui pensare: ed è a quello che guarda già il numero 75 dell’Ambrì Piotta: «Questo è andato male, peccato. Ma tra due settimane torniamo qua e vedremo di rimboccarc­i le maniche per far sì che finisca in modo diverso». Come ti spieghi il finale, con lo scarto tra le due squadre lievitato fin sul 5-1? «È difficile da spiegare; forse, col passare del tempo le energie sono un po’ calate e abbiamo perso la necessaria lucidità. Negli ultimi 10’ abbiamo cercato di spingere ancora di più, lasciando forse troppo spazio agli attaccanti avversari». Per il capitano dell’Ambrì Piotta Elias Bianchi, «è comunque stata una gara alla pari, decisa sui dettagli. Prima che il Lugano segnasse il 2-1, il match poteva prendere tanto una direzione quanto l’altra. Quel gol, arrivato su un nostro cambio lungo, ha messo il Lugano in leggero vantaggio. Nel terzo tempo abbiamo comunque avuto le nostre occasioni per rientrare in partita. E, in ogni caso, il 5-1 finale è sicurament­e un risultato troppo largo per quanto si è visto in pista». L’analisi finale è quella di coach Cereda: «Non abbiamo giocato male, ma forse con più timore di perderla anziché con grande voglia di vincerla. È questo che ha fatto la differenza. Prendiamo questo come una lezione e cerchiamo di farne tesoro già per la prossima partita».

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TI-PRESS/CRINARI Al suo primo derby Schlegel convince: ‘È stato davvero emozionant­e’

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