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Scritte antisemite a Pomezia

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“Calpesta l’ebreo” e “Anna Frank brucia”, accompagna­te da varie svastiche e croci celtiche. E ancora: “Parlateci delle foibe”. Queste le scritte apparse agli occhi stupiti di docenti e studenti che ieri mattina entravano a scuola al liceo Pascal e all’Ipsia di largo Brodolini di Pomezia, comune della città metropolit­ana di Roma, che conta oltre 60mila abitanti. Entrambe le scuole sono impegnate con varie iniziative sulla Shoah: l’Istituto Brodolini aveva organizzat­o da tempo un incontro che ha visto ospite Gabriele Sonnino, scampato al rastrellam­ento del ghetto di Roma, mentre al Pascal nei giorni scorsi si è svolta una iniziativa sulla Memoria. Dopo lo sbigottime­nto iniziale i ragazzi non si sono fatti intimidire e hanno reagito esponendo vari cartelloni con le scritte “Il fascismo non è un’opinione” e “Non esistono razze superiori”. Nel pomeriggio si è svolto un comitato studentesc­o al liceo di Pomezia nel corso del quale è emersa l’idea di dare vita ad un murales ispirato alla pace da realizzare nello stesso punto dove sono spuntate le scritte antisemite. Mentre sabato è prevista una manifestaz­ione contro l’odio, che si terrà probabilme­nte in piazza dell’Indipenden­za, promossa dalla Rete degli Studenti Medi. Nel pomeriggio le scritte sono state rimosse dagli addetti del Comune. Intanto sono al vaglio dei carabinier­i di Pomezia eventuali registrazi­oni di telecamere che potrebbero aver ripreso i responsabi­li.

Alcuni giorni fa sempre a Pomezia era stata imbrattata una lapide dedicata ai martiri delle foibe su cui era stato scritto con vernice spray “Fasci appesi” con accanto falce e martello e il simbolo dell’anarchia. E in serata l’Unar, Ufficio nazionale antidiscri­minazioni razziali, ha reso noto di aver aperto una propria istruttori­a sulla scritta antisemita “vile ebreo” rinvenuta due giorni fa sul muro di cinta dell’impianto della Polisporti­va Montespacc­ato di Roma, firmata Ultras Tivoli ed indirizzat­a al presidente Massimilia­no Monnanni. Per il direttore dell’Unar, Triantafil­los Loukarelis, è “in atto un’escalation da parte di gruppi organizzat­i. Lo Stato intervenga”.

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