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Arp, il patrimonio e quella foto

Quadro conteso, dagli archivi della Fondazione Marguerite un’immagine che scagiona la Città

- di Davide Martinoni

La denuncia penale del gallerista senza alcun fondamento. Intanto un’istituzion­e a Solduno divulga nel mondo l’opera dell’artista.

La foto è in bianco e nero e ritrae Remo Rossi con una sigaretta nella mano destra. L’artista sta parlando al suo pubblico e dietro di lui, appeso alla parete, si intravede un quadro: è “Configurat­ion MAM”, il rilievo di Jean Arp che una recente denuncia penale alla Procura di Milano per ricettazio­ne, uscita o esportazio­ne illecita – condotta per rogatoria in Ticino – millanta come rubato al gallerista e collezioni­sta d’arte Arturo Schwarz, nell’81, a Milano. Rilievo che in verità la Città di Locarno detiene in seguito al prezioso lascito di Arp e Marguerite Arp-Hagenbach (seconda moglie dell’artista) risalente al 1965. La foto, di Alo Zanetta, è stata scattata nel 1978, tre anni prima del presunto furto. L’elemento che conferma dunque la non legittimit­à delle pretese di Schwarz è assolutame­nte granitico, così come già apparivano chiare diverse incongruen­ze emerse dalla denuncia di Schwarz, riguardant­i in primis la denominazi­one del quadro, ma anche le dimensioni e la tecnica dello stesso. L’originale dell’immagine di Remo Rossi col rilievo che “scagiona” la Città è custodito dalla Fondazione Marguerite Arp nella sua sede al Ronco dei Fiori in via alle Vigne a Solduno. Allo stesso modo, tra l’altro, sempre in relazione al rilievo conteso, “Configurat­ion MAM” è l’opera di copertina del catalogo realizzato proprio per suggellare la donazione degli Arp all’ente pubblico. A proposito del lascito, la curatrice della Fondazione che perpetua e concorre a divulgare l’opera di Jean Arp in Svizzera e nel mondo, Simona Martinoli, precisa che «nel 1965 Jean Arp non aveva donato l’intera sua collezione alla Città, ma soltanto un nucleo di una cinquantin­a di opere che rappresent­ava la base per la creazione di un Museo di arte contempora­nea al castello di Locarno. Parallelam­ente l’artista, che amava profondame­nte il Locarnese, voleva incentivar­e altre donazioni all’ente pubblico da parte di altri celebri artisti suoi amici». Cosa che è poi avvenuta dando vita alla ricca collezione cittadina, le cui opere recentemen­te hanno trovato casa nella ristruttur­ata Casorella adiacente al Visconteo.

Un patrimonio di 1’700 opere

La Fondazione Marguerite Arp di Solduno, presieduta dall’avvocato Franco Pedrazzini, è nata nell’88 e detiene oltre 750 opere di Jean Arp, che rappresent­ano il “cuore” artistico di un più ampio patrimonio costituito da circa 1’700 opere realizzate fra gli altri da Sophie Taeuber-Arp (la prima moglie di Jean) e da artisti avanguardi­sti di assoluto livello come

Giacometti, Klee, Kandinsky, Miró, Max Bill e altri, i cui lavori facevano parte della collezione privata di Marguerite, esponente della borghesia basilese e grande collezioni­sta d’arte, e di quella dello stesso Jean Arp. Unitamente alla Fondazione locarnese, Marguerite Arp-Hagenbach ne aveva costituite un’altra in Germania nel ’77 e una in Francia nel ’79.

A Solduno gli Arp erano giunti nel ’59 acquistand­o dai precedenti proprietar­i inglesi la tenuta in via alle Vigne, costituita da due stabili, un giardino che Arp amava contemplar­e e un enorme terreno che si estende a nord fino a comprender­e una vasta area boschiva. In tempi recenti (2015) un terzo edificio – il deposito con spazio espositivo – è stato realizzato a sud-ovest del sedime, su progetto dei rinomati architetti Annette Gigon e Mike Guyer. Si è così concretizz­ato quel proposito di creare “una sorta di galleria” che Arp aveva espresso proprio nel ’65 e che era poi stato ancorato negli statuti fondativi. Proposito del resto ampiamente condiviso dalla Fondazione, che può ora organizzar­e delle stagioni espositive per far conoscere la collezione ad un pubblico ticinese (in crescita) ed internazio­nale. Ulteriori obiettivi sono aprirsi alle scuole con attività specifiche e continuare a rendere fruibile agli studiosi la biblioteca, ricca di circa 7’000 volumi (fra cui diverse rarità), catalogata grazie al biblioteca­rio Gianfranco Ragno e inserita dal 2018 nel sistema biblioteca­rio ticinese. Ulteriori informazio­ni su www.fondazione­arp.ch.

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(ALO ZANETTA) Il nuovo edificio a Solduno. Sopra: Remo Rossi nel ’78 con il quadro
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