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‘Con noi la tensione resta fuori’

I ticinesi Davide Rampoldi e Christian Crivelli arbitreran­no la finale di Coppa Svizzera femminile: ‘Stagione molto intensa’

- Di Marzio Mellini

La voci sono circolate qualche giorno prima dell’ufficializ­zazione risalente allo scorso 28 gennaio: Christian Crivelli e Davide Rampoldi contano i giorni che li separano dalla finale femminile di Coppa Svizzera su campo grande, in programma sabato 22 febbraio alla Sporthalle del Wankdorf a Berna.

I due arbitri ticinesi si sono guadagnati il diritto di arbitrare l’ennesima edizione del “classico” Piranha Coira-Dietlikon Jets anche grazie alle ottime prestazion­i offerte in occasione dei Mondiali femminili disputati lo scorso dicembre a Neuchâtel. La coppia ticinese vi aveva diretto, tra le altre, la semifinale tra Svezia e Finlandia, una classiciss­ima molto sentita, nonché la sfida per il bronzo tra Finlandia e Repubblica Ceca. «È stata una stagione intensa – spiega Davide Rampoldi, ex presidente della Sum fino alla promozione della squadra femminile in Lna nel 2019 –. Si è aperta l’anno scorso con le qualificaz­ioni ai Mondiali in Slovacchia, poi ci sono state le Superfinal­s (le seguitissi­me finali per il titolo del campionato di Lna, ndr), lo scambio arbitri che ci ha portato in Finlandia, infine il Mondiale». Presto, le finali di Coppa Svizzera, alle quali a Berna sono attesi 3’000/3’500 spettatori. Tanti appuntamen­ti molto prestigios­i alle spalle, una lunga esperienza già maturata, ma non per questo viene meno la tensione tipica dei grandi eventi. «Un po’ di pressione la si avverte sempre. Anche perché prima di essere ufficialme­nte designati, c’è una video intervista da sostenere con il capo degli arbitri, alla quale prendono parte le tre coppie di direttori di gara rimaste in lizza. Da tre si passa a due, dopo che tutti i binomi vengono anche valutati nelle partite di campionato che li vedono impegnati. Alla fine di queste valutazion­i, una speciale commission­e decide a chi assegnare le finali. Praticamen­te, siamo sotto esame da settembre a gennaio, in una mezza dozzina di incontri. Christian ed io, inoltre, siamo stati osservati da vicino anche a tutte le partite del Mondiale di Neuchâtel, al termine del quale abbiamo ricevuto un feedback».

Gratificat­i dalla gente

Il Mondiale è un’esperienza impagabile, ma anche molto esigente. «È stata un’esperienza tosta, nove partite in dieci giorni sono tante. Nella semifinale e nella finale per il terzo posto abbiamo investito molte energie. Eravamo tesi, prima di Svezia

Finlandia, la partita delle partite, ma ne siamo usciti guadagnand­o ulteriore stima da parte degli addetti ai lavori e di persone comuni che ci hanno sempliceme­nte fatto i compliment­i e ringraziat­o per come abbiamo operato. È forse questa la gratificaz­ione più grande: il rispetto nei nostri confronti è cresciuto».

Dalla bolgia di Neuchâtel a... Weinfelden. «Il rientro in campionato è stato piuttosto traumatico. Pochi giorni dopo il Mondiale, abbiamo diretto un incontro del campionato U21, alle 11 del mattino, in un ambiente completame­nte diverso da quello dal quale arrivavamo. Non è stato banale risintoniz­zarsi».

Rampoldi e Crivelli operano per lo più in ambito femminile, ma non è l’unico nel quale sono attivi e apprezzati. «Abbiamo un atout che ci è sempre stato riconosciu­to: riusciamo a fare in modo che la tensione tipica delle partite rimanga, per così dire, fuori dal campo, affinché i giocatori e l’ambiente possano restano tranquilli. Siamo impiegati nella Lega nazionale A femminile, nella Lnb maschile e nel torneo U21 A. Siamo considerat­i anche in ambito maschile, tanto che ci è stato ufficialme­nte chiesto di fare un pensierino al campionato maschile di Lega nazionale A, per la prossima stagione. Ma questa è storia di poi».

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All’attivo le qualificaz­ioni ai Mondiali, un Mondiale, due Superfinal­s per il titolo e una finale di Coppa. Presto saranno due

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