‘Amici fraterni. E in passato stessa squadra e stessa linea’
Amici, prima che arbitri. È così che Christian Crivelli definisce il rapporto che lo lega a Davide Rampoldi, con il quale gira le palestre della Svizzera. «Una coppia di amici, sì. Di più, quasi due fratelli. Questa relazione aiuta l’intesa, affinata anche grazie al percorso comune che abbiamo fatto anche in campo: abbiamo giocato assieme, nella stessa linea. L’affiatamento, così, è superiore. La visione che abbiamo del gioco e dello sport, come coppia, è simile e condivisa. È un atout apprezzato anche dalle squadre, perché notano che la linea è comune e coerente».
La finale di Coppa è il coronamento di un percorso già ricco di molte belle soddisfazioni. «È una ripartenza, non la viviamo così, proprio perché avendo già arbitrato ad alti livelli, si potrebbe essere indotti a pensare che adesso tutto diventa facile, ma non è così. Il nostro punto di vista è sempre lo stesso: ogni partita ha la sua storia e va affrontata come se fosse la prima. Ci ripetiamo sempre che dobbiamo ricordarci da dove arriviamo, dove abbiamo cominciato ad arbitrare. L’obiettivo è quello di non scadere nell’arroganza che potrebbe subentrare in chi ha già fatto tanto e ottenuto parecchia considerazione. Cerchiamo di avere un buon rapporto con gli addetti ai lavori, un buon dialogo con i giocatori e gli staff. La consapevolezza di essere arrivati in alto la possiamo anche avere, ma non ci dà diritto di pensare che tutto è dovuto. Né possiamo permetterci di fare errori su errori. È questa la nostra visione che ci fa andare avanti».
La prossima sfida per una coppia che ha già tagliato traguardi importanti potrebbe essere rappresentata dalla Lega nazionale
A maschile. Rampoldi ha anticipato che la riflessione va fatta. «E la faremo, sì. Anche perché questa eventualità ci dà stimoli importanti. Prima, però, bisogna arbitrare bene la finale, disimpegnarci al meglio nei playoff e chiudere bene questa stagione. Alla fine, tireremo le somme e affronteremo i test fisici richiesti. Le valutazioni le faremo solo al termine di questo processo. Farlo prima sarebbe sciocco».