Libera circolazione, servono altre misure
Il Gruppo Plr chiede al CdS di proporre a Berna di rafforzare l’attuale legislazione
Sul piano federale dal dibattito sull’Accordo sulla libera circolazione (Alc) emerge come la Svizzera possa ancora concepire nuove misure di accompagnamento e ottimizzare l’applicazione di quelle esistenti, a suo tempo introdotte affinché i lavoratori e le imprese svizzeri non fossero penalizzati nella concorrenza internazionale. “Non si tratta di misure protezioniste, ma orientate affinché nel nostro Paese si mantengano le condizioni di lavoro e salariali usuali, garantendo una concorrenza leale tra imprese”, si legge in un’interrogazione del gruppo Plr in Gran Consiglio a firma di Alessandro Speziali. “Si tratta – in buona sostanza – di garantire alla Svizzera non solo il suo tenore di vita, ma un aspetto fondamentale del nostro Dns socioeconomico: la pace sociale. Un giusto equilibrio tra apertura internazionale e misure di accompagnamento permette infatti al nostro paese di beneficiare dell’accesso al suo principale mercato di riferimento, indispensabile per il nostro benessere, e, al contempo, di contrastare la pressione che una maggior concorrenza inevitabilmente implica, e di evitare, soprattutto, misure più drastiche che isolerebbero la Svizzera nel contesto europeo”, continua Speziali.
Nel caso in cui il popolo svizzero accettasse l’iniziativa Udc ‘Per un’immigrazione moderata’, il Consiglio federale dovrà infatti disdire l’Alc e, a seguito della cosiddetta ‘clausola ghigliottina’, verrebbero a cadere automaticamente gli accordi bilaterali I (così come cesserebbe la partecipazione della Svizzera ai sistemi di Schengen e Dublino). Se invece l’iniziativa fosse respinta, “accanto ai benefici per l’economia nazionale occorrerà continuare con una severa applicazione delle misure d’accompagnamento esistenti, sfruttando al contempo i margini di manovra per concepirne di nuove, soprattutto in un Cantone di frontiera come il nostro”, si precisa. Da qui la richiesta al Consiglio di Stato di “farsi nuovamente promotore di una proposta a livello federale”. “Quali sono i maggiori ostacoli nello sfruttamento del margine ancora a disposizione?”, si chiede. “È in corso un monitoraggio da parte del CdS delle misure di protezione del mercato del lavoro negli altri Paesi Ue? Se no, il Governo cantonale intende attivarsi in questo senso?”.