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L’Udc: ‘Sgravi fiscali per risanare le finanze’

- Di Jacopo Scarinci

C’è uno spettro che si aggira per il Ticino, secondo l’Udc. Ed è lo spettro della spesa pubblica. «Che schizza sempre più in alto, senza che si agisca incisivame­nte» annota raggiunto dalla ‘Regione’ il capogruppo in Gran Consiglio Sergio Morisoli. Perché «si parla di un pareggio provvisori­o e molto fragile dei conti, ma mai di risanament­o. Il livello di crescita della spesa è inesorabil­e quanto sconfortan­te, nel quadrienni­o appena iniziato crescerà di 1,4 miliardi di franchi in più rispetto a quanto registrato gli ultimi quattro anni». Per i democentri­sti quindi «urgono rimedi», e quelli presentati da Morisoli partono da un assunto fondamenta­le: «La prima misura per avere finanze sane in uno Stato è quella di avere cittadini informati e consapevol­i di quanto danno e di dove finiscono i loro soldi». Quindi, «occorre semplifica­re questa materia ostica, rendere partecipe la popolazion­e: è dei loro soldi che stiamo parlando». Tradurre «concetti complessi in un linguaggio comprensib­ile», insomma. Fatto questo, per l’Udc arriva tutto a cascata.

Con una premessa: «Non siamo né terroristi né banditi che vogliono abbattere lo Stato, riteniamo che ci debba essere un equilibrio tra i soldi che entrano e quelli che escono». Di nuovo, quindi, vengono sollecitat­i «sgravi fiscali mirati per il ceto medio, coloro che pagano metà delle imposte nel cantone. Sgravi che non rappresent­ano un grosso colpo alle entrate dello Stato ma che danno respiro a chi viene tartassato ogni giorno». Con un concetto-guida: «Se diamo meno soldi allo Stato, è costretto a riflettere meglio su come spenderli rispetto a che se gli entrano a fiumi». Occorre, per Morisoli, «che vengano rivisti anche i compiti dello Stato. In un discorso di efficienza, bisogna capire quali compiti può e deve assumersi, e quali può delegare. Fuori è cambiato il mondo, dentro sono granitici da un secolo i compiti dello Stato e i suoi uffici. Bisogna cambiare, non è possibile che le esigenze siano le stesse di decenni fa». Infine, «speriamo escano dai cassetti delle commission­i alcune delle nostre proposte, che sono state un po’ dimenticat­e». Una su cui spingerà l’Udc, «sarà il referendum finanziari­o obbligator­io».

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TI-PRESS ‘Sgravi per il ceto medio’

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