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L’Asni: la libera circolazio­ne è un inganno

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La libera circolazio­ne delle persone con l’Unione europea (Ue) è un “inganno”, a causa del quale nella Confederaz­ione si sta sempre “più stretti”. In questi termini l’Azione per una Svizzera neutrale e indipenden­te (Asni) ieri ha lanciato la sua campagna a favore dell’iniziativa popolare ‘per un’immigrazio­ne moderata’ promossa insieme all'Udc. Il risultato della votazione del prossimo 17 maggio sarà decisivo per il futuro dei giovani in Svizzera, ha sottolinea­to ieri ai media il consiglier­e agli Stati ticinese Marco Chiesa (Udc), vicepresid­ente dell’Asni. L’accordo sulla libera circolazio­ne ha «fatto molto male», provocando «un’immigrazio­ne netta che in tredici anni ha raggiunto il milione di persone» e mettendo in difficoltà «le nostre infrastrut­ture», ha aggiunto. Chiesa ha in particolar­e denunciato la situazione insostenib­ile del mercato del lavoro in Ticino. Nel 2017 – gli ha fatto eco la consiglier­a comunale Udc di Lugano Raide Bassi – nel cantone v’erano più lavoratori stranieri degli svizzeri. Inoltre, la popolazion­e ticinese era confrontat­a con un rischio di povertà due volte più elevato (30,4%) rispetto alla media elvetica e il 38% dei giovani non ha trovato subito un posto di lavoro dopo aver ottenuto un diploma. Secondo Kevin Granger, coordinato­re dell’Asni per la Romandia, la Svizzera deve riprendere in mano la sua immigrazio­ne. A differenza di quanto dicono gli ambienti economici e il Consiglio federale, se il popolo dicesse ‘sì’ il 17 maggio la pressione sarà sulle spalle della Commission­e europea: i commissari e le imprese dell’Ue vorranno continuare a lavorare con la Confederaz­ione.

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