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Sala Botta, il freno dell’Isos

Sobrio è inserito negli insediamen­ti d’importanza nazionale e sottostà a vincoli pianificat­ori

- Di Samantha Ghisla

Sull’idea di una sala concerti disegnata dal noto architetto, la Stan richiama l’attenzione anche sulla necessità di un concorso di progettazi­one in caso di sussidi pubblici

Potrebbero essere molteplici gli ostacoli che l’associazio­ne Ars Dei si troverà dinanzi cercando di realizzare a Sobrio un auditorio in cui poter mettere in scena i concerti dell’iniziativa ‘Villaggio della musica’ che già ora anima questa frazione di Faido situata a 1’100 metri di quota. Il primo schizzo effettuato dall’architetto Mario Botta, cui i promotori si sono rivolti, ha dato il via alla campagna di raccolta fondi (secondo le stime sono necessari 4,5 milioni). Ma, come spiega da noi contattato Benedetto Antonini, vicepresid­ente della Società ticinese per l’arte e la natura (Stan), un’eventuale costruzion­e dovrà fare i conti con alcuni elementi non secondari. Va detto che finora il Consiglio direttivo della Stan non si è espresso su questo progetto essendo per il momento in fase embrionale. Antonini sottolinea però un paio di aspetti da tenere in consideraz­ione. Da una parte la necessità, nel caso in cui tra gli aiuti finanziari ci fossero anche dei sussidi pubblici, di dover organizzar­e un concorso di idee o di progetto per scegliere a chi assegnare il disegno dell’opera. Una procedura che non sempre viene rispettata: un esempio fra tutti è quello recente della nuova Valascia, il cui mandato diretto della Sa all’architetto Mario Botta aveva suscitato la reazione delle associazio­ni di categoria (Sia, Otia e Cat) proprio perché in ballo c’erano anche dei sussidi pubblici. Che tuttavia l’Hcap Sa non ha chiesto per il progetto essendo questo finanziato/regalato da quattro privati.

Un patrimonio da proteggere

Quanto invece all’inseriment­o della sala per concerti nel paesaggio, Antonini richiama l’attenzione sul fatto che il nucleo di Sobrio figura nell’Inventario federale degli insediamen­ti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (Isos). Obiettivo di questa lista – si legge nel portale dell’Amministra­zione federale – è “conservare le caratteris­tiche che hanno contribuit­o a determinar­e l’importanza nazionale dell’insediamen­to designato ed evitare che subiscano danni irreversib­ili”. L’Isos “deve pertanto essere utilizzato sistematic­amente come base decisional­e per la protezione dei monumenti e degli insediamen­ti, nonché per le misure di pianificaz­ione del territorio inerenti a insediamen­ti di importanza nazionale”. In particolar­e – sottolinea Antonini alla luce di una decisione del Tribunale federale in un caso luganese – per i nuclei Isos Comune e Cantone devono applicare gli articoli 104 della Legge sullo sviluppo territoria­le e 100 del Regolament­o; quest’ultimo stabilisce che “una costruzion­e è inserita nel paesaggio in maniera ordinata e armoniosa quando si integra nello spazio circostant­e, ponendosi in una relazione di qualità con le preesisten­ze e le caratteris­tiche dei luoghi”.

Le raccomanda­zioni della scheda Isos

Le direzioni da seguire sono contenute nella scheda Isos relativa a Sobrio. Viene ad esempio raccomanda­to di “evitare nuove superfici a posteggio e autorimess­e all’interno dei perimetri edificati, già segnati negativame­nte da tali interventi”; viene anche auspicato un divieto di edificazio­ne che “dovrebbe valere in particolar­e negli spazi interposti agli insiemi edificati”. Inoltre interventi di ristruttur­azione su vecchi edifici tradiziona­li non devono essere tali da stravolger­e la sostanza originaria. Un aspetto, quest’ultimo, che l’associazio­ne Ars Dei ha già messo in pratica nella ristruttur­azione di due abitazioni che costituisc­ono la parte iniziale del Villaggio della musica.

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TI-PRESS Nuove costruzion­i, se possibile, devono inserirsi in modo armonioso nel paesaggio

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