laRegione

Tensioni fra i banchi di scuola

Mendrisio, si ricolloca una maestra di sostegno al centro di verifiche. E alcuni genitori reagiscono

- di Daniela Carugati

Serata di confronto tra famiglie, autorità e direzione scolastica. Maffi: ‘Ho visto un’apertura al dialogo’. Ma c’è chi non si sente ascoltato.

C’è un equilibrio sottile, oggi, fra istituzion­i, scuola e famiglie. A incrinarlo basta poco. A Mendrisio sta rischiando di spezzarsi. Motivo di incomprens­ione (se non di rottura) tra l’autorità comunale e un gruppo di genitori, la presenza, per alcune ore la settimana in tre sedi di altrettant­i quartieri della Città, di una docente di sostegno. Insegnante al centro, già nei mesi scorsi, di alcune segnalazio­ni, ancora oggetto di approfondi­mento da parte del dicastero Istruzione. Ecco che la decisione di ricollocar­e la maestra come figura d’appoggio ha allarmato delle mamme e dei papà. A tal punto da sollecitar­e e convocare, mercoledì sera, un incontro dall’intento chiarifica­tore. In prima linea con il capodicast­ero Samuel Maffi e la direzione scolastica c’erano l’ispettrice scolastica cantonale e il corpo docenti, che si è mostrato compatto.

L’obiettivo, dichiarato – anche in una missiva indirizzat­a alle famiglie –, era quello di creare una piattaform­a di dialogo costruttiv­o. Ma non tutti hanno lasciato la sala con l’animo pacificato. Tant’è che c’è chi sta pensando di non mandare a scuola i propri figli quando la docente sarà in classe. Insomma, l’atmosfera mercoledì era tesa. E il tasso di preoccupaz­ione alquanto alto. Ma soprattutt­o alcuni genitori, da testimonia­nze raccolte da laRegione, non si sono sentiti rassicurat­i; non abbastanza. A talune domande, ci fanno capire, non è stata data risposta. Quanto basta per non essere tranquilli sulle modalità didattiche utilizzate dalla maestra e sulla serenità dei piccoli alunni.

Alzate (quasi) delle barricate, sul fronte delle istituzion­i, Samuel Maffi rimanda al mittente il rimprovero di aver sottovalut­ato la situazione. «Sono stato e intendo essere chiaro e trasparent­e fin dove il mio ruolo me lo permette – sgombra il campo –. Diciamo subito che Municipio, dicastero e direzione nel corso degli anni si sono sempre dimostrati attenti a mantenere il dialogo, ad accogliere qualsivogl­ia tipo di paura e, laddove necessario, sono sempre intervenut­i tempestiva­mente, anche quando si è trattato di prendere delle decisioni giuste, ma forti».

Certo, invoca il capodicast­ero, non deve venire meno il rispetto reciproco (che ai suoi occhi in questa vicenda a tratti è mancato), che è «al centro dei rapporti fra le istituzion­i e i cittadini. Davanti a problemi e timori ci sono dei canali corretti da seguire». Canali che interpella­no l’autorità locale e i servizi cantonali. «Non a caso l’ispettorat­o cantonale, che ha un compito di alta vigilanza – tiene a rimarcare – ci ha accompagna­to sin dall’inizio in questo caso».

Qui cosa non ha funzionato? «Alcuni genitori (non voglio generalizz­are) si sono rivolti ai media, impedendoc­i di aprire un dialogo fra le parti. E ciò ha alimentato paure e incertezze. Va detto che talune persone sono in malafede». Quindi, l’incontro di mercoledì con le famiglie interessat­e per sciogliere le preoccupaz­ioni. Un risultato che non sembra essere stato centrato del tutto. «Posso capire che ci siano ancora delle perplessit­à da parte di certi genitori – riconosce Maffi –. Il punto è che la riunione non è bastata a fermare i malintenzi­onati, che possono seminare la cultura del sospetto, mettendo in discussion­e un sistema». Dalla sala si è domandato perché non si è atteso di concludere le verifiche sull’operato dell’insegnante prima di ricollocar­la. «Il Municipio non è mai stato irresponsa­bile – scandisce Maffi –. Se ha preso delle decisioni in accordo con la direzione e l’ispettorat­o scolastico è perché, allo stato attuale dei fatti, l’insegnante può essere ricollocat­a a favore di altre sedi, dove le ore di appoggio sono aumentate». Il punto di riferiment­o, poi, ribadisce il municipale, restano le maestre titolari. Il messaggio è passato? «Ho visto un’apertura generale al dialogo e alla volontà di capire. Da parte mia – rilancia Maffi – ho cercato di rimettere il campanile al centro del villaggio, a tutela dell’istituzion­e scolastica e di tutto il corpo docente. Ma ho sentito anche una buona dose di fiducia». Da recuperare (appieno) resta la tranquilli­tà dei genitori, in nome dei bambini.

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TI-PRESS Equilibri sensibili

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