laRegione

Un punto per il coraggio

Un rigore pazzesco dello svedese Tedenby mette in ginocchio un Ambrì che a Davos chiude la partita senza ben dodici titolari

- Dall’inviato Christian Solari

Davos – Un’infinita, drammatica serie di rigori. Conclusa da un tiro pazzesco dello svedese Tedenby, la cui esecuzione farà senz’altro il giro del mondo su internet. Quel tocco, però, alla fine mette in ginocchio un Ambrì che non meriterebb­e di perdere. Né in quel modo, né in nessun altro. Non al termine di una partita in cui i biancoblù sono davvero esemplari soprattutt­o sul piano del coraggio. Visto che scendono in pista senza dieci titolari, e poi cammin facendo quei dieci diventano addirittur­a dodici, dopo l’uscita di scena nel secondo tempo dell’indisposto Dal Pian, e all’inizio del terzo di quella del portiere Manzato (per un infortunio che, tuttavia, non dovrebbe essere particolar­mente serio).

Cammin facendo escono di scena pure Dal Pian e Manzato. Il 19enne Schwab: ‘Ho saputo al mattino che avrei giocato’.

Così tocca alle seconde scelte dare una mano a reggere il peso della sfida. «Quando ho saputo che avrei giocato? Mercoledì sera mi hanno detto che sarei andato sul ghiaccio per il warmup con la squadra, e poi al mattino m’è stato detto che avrei giocato a Davos» racconta Robin Schwab, l’ultimo arrivato. Temporalme­nte parlando, beninteso. E che nella sera del suo debutto in Lega nazionale A riesce persino a salire fino in seconda linea. «Cereda mi ha sempliceme­nte detto di giocare, e di farlo con fiducia – racconta il diciannove­nne attaccante arrivato nelle scorse settimane dall’Evz Academy –. All’inizio ero agitato, naturalmen­te, anche perché qui tutto va più veloce, ma (aggiunge, con un gran sorriso), è stato davvero ‘cool’. Poi, quando il nervosismo se n’è andato, piano piano sono entrato sempre più in partita».

Partita in cui, nonostante le premesse, fino a cinque minuti scarsi dal termine gli uomini di Cereda si trovano ancora in vantaggio. Grazie alle reti di uno scatenato Marco Müller (autore del provvisori­o 1-1, in situazione di 4 contro 4, al 28’06’’) e di capitan Elias Bianchi (suo il 2-1 al 37’00’’, in superiorit­à numerica), che ribaltano la frittata dopo che il Davos era andato alla prima pausa sull’1-0, grazie a un’iniziativa di Palushaj all’8’02’’. E sarà poi lo stesso attaccante statuniten­se, al 55’15’’, a riportare definitiva­mente in partita la squadra allenata da Christian Wohlwend. Prima della citata, appassiona­nte serie di rigori: ben diciotto in totale, con – però – due soli giocatori in grado di concretizz­are, e cioè Marco Müller e, per due volte, lo svedese del Davos

Mattias Tedenby. «È davvero un peccato che sia finita in quel modo – continua il diciannove­nne basilese che, però, dal 2015 in poi, ha proseguito la sua maturazion­e nel settore giovanile dello Zugo –. Non siamo stati ripagati per gli sforzi che abbiamo compiuto, in una partita in cui abbiamo lottato, riuscendo a contenere una squadra veloce come il Davos. A volte è anche sfortuna: ci sono partite in cui le occasioni entrano (dice, alludendo ai pali di Trisconi e Müller, ndr). Ora però guardiamo avanti: sabato alla Valascia dobbiamo tornare a vincere».

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KEYSTONE Piove davvero sul bagnato. Anche se per il portiere biancoblù non sembrerebb­e nulla di grave

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