I disturbi alimentari restano ‘giovani’
Nel 2018 sono state seguite ambulatorialmente 348 persone, 119 quelle ricoverate
I disturbi alimentari – anoressia e bulimia, ad esempio – fanno parte della realtà ticinese. Nel 2018 sono state seguite 348 persone a livello ambulatoriale, fra il Centro dei disturbi del comportamento alimentare di Mendrisio (Dca), i Servizi medico-psicologici per minori (Smp) e i Servizi psico-sociali per adulti (Sps). Cifre che non tengono conto di coloro che si sono rivolti a privati. Lo stesso anno i ricoveri sono stati 57 negli istituti psichiatrici, di cui fa parte il Dca, e negli altri ospedali. I pazienti con diagnosi secondaria di questo tipo – ovvero quelli ricoverati per altri disturbi primari – erano 62. Numeri, questi, che il Consiglio di Stato ha appena fornito in risposta a un’interrogazione dei deputati Lea Ferrari e Massimiliano Ay (Partito comunista).
Il Dca è attualmente la struttura di riferimento in Ticino per i maggiori di 16 anni e la presa a carico viene effettuata da un’équipe multidisciplinare. La durata media della presa a carico è di circa due anni, e i costi dipendono dal tipo di specialista e dalle terapie. Le spese che la persona deve sostenere, ricorda l’esecutivo cantonale, corrispondono alla franchigia e alle partecipazioni previste dalla LaMal.
Una ricerca dell’Università di Zurigo, citata nella risposta all’interrogazione, stima che più di 2mila persone presentino disturbi alimentari in Ticino. Solo il 39% degli uomini e il 46% delle donne chiederebbe aiuto. L’età più a rischio è quella che va dai 15 ai 29 anni. “La scuola non si occupa direttamente di prevenzione o sensibilizzazione”, si legge nella risposta governativa, “un compito assunto invece da altri attori con i quali la scuola collabora”; semmai “educa i suoi allievi all’adozione di sane abitudini sul piano della salute”, anche attraverso i “corsi di educazione alimentare frequentati dagli allievi della scuola media”. Fra i programmi attualmente proposti ‘Alimentazione equilibrata e movimento’, promosso dall’Ufficio del medico cantonale e rivolto ai bambini fino a 11 anni: “Le evidenze scientifiche mostrano infatti che per avere risultati efficaci in termini di buone abitudini alimentari e di movimento è necessario agire il prima possibile”, osserva il documento del Consiglio di Stato.