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Turchia: Kavala, assolto, resta in cella

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Istanbul – Non finisce l’incubo per Osman Kavala, il filantropo turco simbolo dell’opposizion­e a Recep Tayyip Erdogan. Poche ore dopo la sua sorprenden­te assoluzion­e nel processo Gezi Park, insieme a tutti gli altri imputati presenti, la Procura di Istanbul ha emesso un nuovo mandato d’arresto nell’ambito di indagini sul fallito colpo di Stato del 15 luglio 2016, per cui sempre ieri è stata compiuta la più grande retata da mesi. Sono oltre 700 i mandati d’arresto spiccati in tutto il Paese nei confronti di presunti infiltrati in esercito e polizia e al

Ministero della giustizia. Tra questi ci sono molti funzionari ancora in servizio. L’imprendito­re e fondatore della Ong Anadolu Kultur – uno dei leader della più grande ondata di proteste della Turchia contempora­nea – dovrà quindi restare in cella, da cui sperava di uscire dopo 840 giorni di carcerazio­ne preventiva, stigmatizz­ata anche dalla Corte europea dei diritti umani.

Il tribunale di Silivri a Istanbul ha assolto ieri in un colpo solo tutti gli imputati presenti al processo contro alcune delle figure di maggior spicco delle manifestaz­ioni antigovern­ative del 2013. La sentenza del processo per Gezi Park è giunta dopo anni di indagini e udienze Contro Kavala si era schierato direttamen­te il presidente Recep Tayyip Erdogan, accusandol­o di aver finanziato i dimostrant­i anche attraverso legami con il «noto ebreo ungherese Soros». Kavala rischiava l’ergastolo, come altri due dei 16 imputati. Nove in tutto le assoluzion­i per “assenza di prove sufficient­i”, mentre risultano stralciate le posizioni di altri sette imputati processati in contumacia dopo essere fuggiti all’estero.

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