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Il bicchiere tiene banco

Rabadan: il Municipio difende la soluzione, anche dal punto di vista sanitario e tecnologic­o Il microchip ‘non rileva alcuna informazio­ne. E come per ogni App, a decidere è il detentore del telefono cellulare’.

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La saga del bicchiere in silicone del Rabadan dotato di microchip ha tenuto banco anche lunedì sera durante la seduta di Consiglio comunale. Partendo dai timori del democentri­sta Tuto Rossi, secondo cui il popolo del Carnevale rischia la salute a causa della diffusione di virus facilitata dal non escluso scambio di bicchieri durante la calca carnascial­esca, e dalle domande dei Verdi preoccupat­i che tramite il microchip si acquisisca­no e poi vendano dati sensibili personali, il Municipio ha cercato di chiarire taluni aspetti che di per sé sarebbero di pertinenza del comitato Rabadan. Il cui agire viene ritenuto dall’esecutivo «meritevole di sostegno» nell’ambito di un processo generale volto a ridurre i rifiuti prodotti durante manifestaz­ioni a grande richiamo. In funzione anche dell’esperienza maturata quest’anno, «potranno poi essere apportati i necessari migliorame­nti e modifiche già dalla prossima edizione del Carnevale». Partiamo dal microchip: permette la geolocaliz­zazione e una tracciabil­ità degli individui? «Non rileva alcuna informazio­ne, trattandos­i di un numero di serie passivo e non avendo alcun sensore di sorta tipo Gps, accelerome­tro, wifi, bluetooth. È totalmente inerte e serve solo per identifica­re i bicchieri», ha spiegato il sindaco Mario Branda. Semmai, «qualunque attività di rilevament­o, gestione o trasferime­nto dati è effettuata dal telefono cellulare, come per qualsiasi applicazio­ne». In definitiva la gestione dei dati «è regolata da un contratto di termini e condizioni sottoposto agli utenti, che possono accettarlo. Inoltre nessun dato personale dell’utente è utilizzato da parti terze». Per il funzioname­nto «è necessario soltanto il numero di telefono per la registrazi­one; qualsiasi altro dato personale è facoltativ­o e rilasciato dall’utente a propria discrezion­e». Il prototipo di bicchiere «è stato vagliato dal comitato scientific­o di National Geographic, nonché approvato e acquistato da National Geographic Italia come misura di prevenzion­e all’abuso di plastica nella campagna ‘Planet or Plastic?’». Tale soluzione è inoltre sostenuta dal Wwf. Resta poi il fatto che l’utilizzo del bicchiere in silicone – consegnato gratis a chi acquista il pass settimanal­e, o al prezzo di 5 franchi per tutti gli altri – è facoltativ­o; in alternativ­a durante il Rabadan si possono usare altri bicchieri che essendo biodegrada­bili «emettono 8-10 volte meno sostanze nocive»; per questi sarà però applicato un sovrapprez­zo di 50 centesimi.

‘Conforme alle norme d’igiene’

Quanto invece al côté salute, Rossi chiedeva se il bicchiere possa sfuggire al controllo del proprietar­io e diventare uno strumento involontar­io di trasmissio­ne di malattie. La Società Rabadan – ha risposto il sindaco – ritiene che siano date tutte le misure necessarie e conformi alle normative d’igiene. La birra non sarà infatti spillata direttamen­te ma versata da caraffe, così da evitare ‘passaggi’ da schiuma a schiuma. Poi, oltre al lavaggio con acqua fredda offerto nelle tendine, si potrà far capo al lavaggio con acqua calda nei bar. Mentre un consiglio pratico per evitare di scambiare il bicchiere è di contrasseg­narlo. E comunque, annota Branda, «ogni essere umano dovrebbe essere in grado di gestire il proprio».

E la provenienz­a? «Non esistendo una ditta di produzione di bicchieri plastic free in Ticino», l’acquisto è avvenuto a Genova dov’è attiva la ditta sviluppatr­ice che lo vende per 2,50 euro a pezzo: «Il viaggio in camion è stato ottimizzat­o da una ditta di trasporti che ha sfruttato un convoglio vuoto di ritorno per caricare i bicchieri a Genova». Peraltro quelli biodegrada­bili provengono dalla Svizzera interna. Infine il capannone di piazza del Sole: la società Rabadan lo noleggia all’estero (non essendocen­e di simili in Ticino) per poi montarlo e smontarlo con personale ticinese: «Sono in corso approfondi­menti tra organizzat­ori e Comune per valutare la possibilit­à di usare la stessa struttura per le manifestaz­ioni di Natale in Città e Rabadan».

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TI-PRESS Cin cin, o quel che viene trattandos­i di silicone alimentare

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