Il Castagneto chiude nel 2021
Gli ospiti della struttura di Castagnola saranno trasferiti al centro polifunzionale di Pregassona La notizia è stata ufficializzata durante la presentazione dell’ente autonomo Lugano Istituti Sociali, operativo dal 1° gennaio scorso
Due nuove case per anziani, una che chiuderà e un’altra ancora che raddoppierà la propria capienza. Grossi cambiamenti nel breve e nel medio termine nel panorama delle strutture per la terza età di Lugano. A illustrarli ieri è stato il capodicastero Socialità Lorenzo Quadri, durante la conferenza stampa di presentazione dell’ente autonomo Lugano Istituti Sociali (Lis). Dopo un iter di qualche anno, la costituzione del Lis ha ricevuto il semaforo verde dal Consiglio comunale a metà 2018. E mentre l’anno scorso è stato di transizione, l’ente ha cominciato a essere operativo a tutti gli effetti dal 1° gennaio 2020.
Significativi cambiamenti si diceva. Parte di questi ruotano attorno all’ormai vicina inaugurazione del nuovo centro polifunzionale di Pregassona, costato 47,6 milioni di franchi (10 dei quali a carico del Cantone). Il cantiere è già a buon punto e la struttura dovrebbe aprire ufficialmente nell’estate del 2021. Con 114 posti letto, diventerà una delle case anziani più grandi della città. Ma non solo: al suo interno sono previsti anche un centro diurno e notturno per persone affette da demenza senile, un asilo nido e la direzione stessa del Lis, che ora è a Casa Serena. E tra i primi ospiti, ci saranno gli anziani che attualmente risiedono al Castagneto di Castagnola, che chiuderà infatti i battenti (cfr. correlato).
Ma il Lis non è solo case per anziani. Ne fanno parte anche Casa Primavera – per bambini e adolescenti provenienti da famiglie disagiate – e quattro asili nido (un quinto sorgerà nel centro polifunzionale di Pregassona). «È un datore di lavoro importante, anche per gli apprendisti. È un settore con un peso e un’importanza tali che necessitava di una struttura ad hoc, per migliorarne la flessibilità e l’autonomia». Il controllo dell’ente pubblico tuttavia è rimasto, ricordiamo, tramite i contratti di prestazione elargiti proprio dal Comune e attraverso la presidenza del Consiglio d’amministrazione affidata per statuto al capodicastero Socialità.