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Grandi (e giovani) speranze

Paolo Di Stefano ci racconta il programma dell’edizione 2020 degli Eventi letterari Monte Verità Dall’apertura, giovedì 2 aprile, con Hanif Kureishi alla chiusura, domenica 5, con Francesco Guccini, passando per Ingo Schulze, Melania Mazzucco e altri auto

- Di Ivo Silvestro

“Grandi Speranze”: come il celebre romanzo di Dickens del quale ricorrono 150 anni dalla morte. «Ma è un po’ un pretesto» ci spiega Paolo Di Stefano, direttore degli Eventi letterari Monte Verità nel giorno dell’annuncio del programma dell’ottava edizione del festival, proposto ad Ascona dal 2 al 5 aprile. Un pretesto «per una certa idea di letteratur­a che potremmo definire “dickensian­a” nel suo stretto rapporto tra scrittura e visione della società: al Monte Verità chiamiamo delle persone che mentre parlano di letteratur­a parlano anche di vita, di società, di realtà, di politica».

Quali sono queste grandi speranze?

Vediamo, soprattutt­o nelle giovani generazion­i, un investimen­to verso il futuro, una visione nuova in rottura con le generazion­i precedenti, con la politica tradiziona­le – ma non in chiave antipoliti­ca, ma di un’altra visione politica delle cose. Penso ad esempio alle manifestaz­ioni per l’ambiente.

Partendo da queste premesse, abbiamo invitato autori che trattano i temi di queste grandi speranze. Le migrazioni, l’ambiente, il mondo delle donne, e anche la natura: la presenza di Francesco Guccini è anche in questa chiave, con questa sua visione purtroppo nostalgica del mondo – purtroppo tra virgolette.

Però questa nostalgia porta a una domanda: non per farne una questione anagrafica, ma ha parlato di giovani generazion­i e gli ospiti sono in buona parte ultrasessa­ntenni.

Sono d’accordo, è una critica giusta: non ci sono grandi presenze giovani. Ma va anche detto che sarebbe un po’ burocratic­o valutare solo anagrafica­mente quanto uno è giovane: credo che Hanif Kureishi sia molto più giovane di un autore che magari ha trent’anni ma la pensa in modo diverso, sulla letteratur­a e sul mondo. E questo vale anche per Guccini. Melania Mazzucco è un’altra presenza che racconta, e in modo nuovo per la letteratur­a italiana, storie della contempora­neità, pensiamo a tutto il mondo dell’immigrazio­ne femminile in Italia. C’è una visione giovane, nuova, di svolta anche in persone non necessaria­mente under 30 o under 40: quando si parla di gioventù bisogna calarsi in una prospettiv­a più di pensiero che strettamen­te anagrafica.

Ci sarebbe poi un’altra cosa da dire.

Cioè?

Il coinvolgim­ento delle scuole, al quale tengo moltissimo. Il festival sta facendo uno sforzo enorme per uscire dal Monte Verità ed entrare nelle aule scolastich­e. Appena prendiamo contatto con gli autori, diciamo subito che ci teniamo molto che gli autori siano presenti anche nelle scuole. Se non si coinvolgon­o le nuove generazion­i, kermesse come gli Eventi letterari non hanno senso. Che Tahar Ben Jelloun vada a Gordola o Ingo Schulze al Papio è per me una cosa stupenda.

Il momento più bello dell’anno scorso è stato quando Roberto Piumini ha portato il suo spettacolo – suo e dei ragazzi – al Monte Verità, con la sala piena di genitori. Penso che, al di là della retorica, questi momenti di confronto siano utilissimi per la crescita di bambini e ragazzi.

Tornando agli ospiti: avremo Ingo Schulze, scrittore nato in Germania Est – a suo modo, anche quella era una grande speranza.

Noi l’abbiamo chiamato pensando ai confini. Una delle grandi speranze nostre attuali è l’Europa: quello dei confini europei, delle eredità che arrivano dall’Est e dall’Ovest, della possibilit­à di far convivere questi due mondi è uno dei temi urgenti, tanto più in un mondo che continua a ridiscuter­e questi confini e queste identità. È un discorso che ci riporta indietro alla memoria di un Novecento anche tragico.

Su questi temi ci sarà un bel gruppo di presenze ad Ascona – e ricordiamo che siamo al Monte Verità, un luogo di cultura mitteleuro­pea. Ingo Schulze che nel suo ultimo romanzo si interroga sull’eredità del socialismo reale e ciò che rappresent­a il capitalism­o liberista. Poi Sasha Marianna Salzmann, la bravissima Ilma Rakusa e Durs Grünbein che, da poeta, verrà a parlarci di Dante anticipand­o un po’ i festeggiam­enti per il 700º della morte.

Un programma complesso ma coerente.

Sì, sono anch’io curioso di vedere cosa verrà fuori… poi naturalmen­te si poteva fare un programma completame­nte differente, si potevano chiamare autori completame­nte diversi. Non è facile mettere insieme un festival di questo genere: è vero che gli scrittori oggi son tanti, ma è anche vero che c’è una proliferaz­ione di festival – più o meno buoni – e gli autori sono sempre più personaggi pubblici, impegnati a correre di qua e di là…

Dovrebbe far piacere, che gli scrittori siano ancora figure autorevoli.

Sì, ma penso sia anche il segnale di un cambiament­o che noi, abituati a un altro tipo di cultura, dobbiamo accettare. Un recupero della dimensione orale che è dato da questi festival e incontri: un ritorno all’ascolto, a una cultura orale al posto di una lettura in profondità. Poi si può fare tutto un discorso critico sui festival che, soprattutt­o in Italia, spesso sono mediocri e invitano sempre le stesse persone: personaggi televisivi, scrittori da best seller, autori di richiamo la cui presenza capisco sia necessaria – ma senza esagerare.

Ogni tanto bisogna scoprire qualcosa di nuovo. Come propone Iperborea, editore cui andrà il Premio Filippini.

Sì: Iperborea si occupa di una letteratur­a tradiziona­lmente poco seguita in Italia, quella del nord. Si è sempre trattato di operazioni editoriali molto difficili e quando ha iniziato, negli anni Ottanta, questa operazione nessuno avrebbe mai scommesso sul successo. Invece credendo molto in quei valori, in quel tipo di letteratur­a, Iperborea è riuscita a imporsi anche sul piano del mercato e questo è interessan­te perché ci dice che cosa è l’editoria: saper guardare lontano.

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Sasha Marianna
Salzmann
Melania G. Mazzucco
Ingo Schulze
Il manifesto creato da Jannuzzi Smith e alcuni degli ospiti di questa edizione
Tahar Ben Jelloun
Francesco
Guccini
Hanif Kureishi Sasha Marianna Salzmann Melania G. Mazzucco Ingo Schulze Il manifesto creato da Jannuzzi Smith e alcuni degli ospiti di questa edizione Tahar Ben Jelloun Francesco Guccini

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