Addio al ‘titano della musica’ dj e produttore Andrew Weatherall
Andrew Weatherall, morto lunedì a Londra all’età di 56 anni per embolia polmonare, era uno dei più rispettati dj e produttori inglesi di tutti i tempi. Nato a Windsor nell’aprile del 1963, giovane giornalista freelance per la fanzine Boy’s Own, nome che sarà anche quello della sua etichetta discografica, Weatherall si era affermato in ambiti di acid house alla fine degli anni 80, lanciato da Danny Rampling nel suo ‘Shoom’ a Southwark, nel sud di Londra. Con Weatherall alla consolle in quell’ex centro fitness che può definirsi luogo d’origine del moderno ‘clubbing’, in pista transitavano i grandi nomi del pop britannico come Boy George, Frankie Goes to Hollywood, Pet Shop Boys, in un melting pot di musica, arte, cultura e moda.
Agli inizi della carriera, Weatherall era stato cantante in band post-punk inglesi. “Misi da parte tutti i soldi che avevo per andare a Londra a comperarmi i dischi nel weekend”, dichiarò alla Bbc nel 2014, fino a costruirsi una collezione di vinili sufficientemente interessante per farsi dire “perché non li suoni ai nostri party?”. Fino a scoprire che i club più frequentati del momento stavano iniziando a passare parte di quel materiale che lui amava e del quale era in possesso. I suoi remix hanno toccato i repertori di Björk, Manic Street Preachers, James e molti altri.
Tributi pubblici al suo lavoro, dalle rispettive pagine social, arrivano da Tim Burgess dei Charlatans e dall’ex bassista degli Oasis Andy Bell (“Era un titano della musica”).