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Il momento della verità

Winterthur nel mirino dei ‘Razzi’ di Reinhard: ‘Non è impossibil­e. Sperando che Sierre e Academy giochino fino in fondo’.

- Di Moreno Invernizzi

Biasca – Adesso si volta pagina. Lasciate alle spalle le quarantaqu­attro partite della stagione regolare, per i Ticino Rockets inizia un nuovo capitolo, con la speranza che al termine dei sei paragrafi che lo compongono ci sia scritta la parola ‘salvezza’. Per arrivare fin lì, i Razzi di Alex Reinhard e Sébastian Reuille devono affrontare un cammino in salita – visto che prima di tutto c’è da ricucire uno strappo di 4 punti con la penultima della classe, il Winterthur – ma comunque non impossibil­e. Anche perché il torneo di piazzament­o si apre proprio con la sfida tra ticinesi e zurighesi (venerdì alle 20 a Winterthur).

‘Progressi da parte di tutti’

Nonostante l’ultimo posto in classifica, il bilancio che Reinhard traccia della prima fase della stagione non è comunque tutto negativo: «È vero che in 44 partite abbiamo colleziona­to solo 6 vittorie entro il 60’ e una oltre i tempi regolament­ari, ma se guardiamo alle altre, qualcosa come 17 partite le abbiamo perse o di una rete o incassando il gol decisivo a porta vuota. – puntualizz­a il tecnico dei Rockets –. La classifica finale dice sì tanto, ma non tutto, e soprattutt­o non tutta la verità sul nostro effettivo valore per rapporto alle altre squadre».

Te le aspettavi così tante difficoltà? «Che sarebbe stata un’annata dura era preventiva­bile, ma forse non così tanto. Ma gran parte delle difficoltà sono figlie di quella mancanza di stabilità non direttamen­te dipendente da noi. Bastano due cifre per rendere l’idea: sull’arco delle 44 partite di regular season sono stati impiegati circa 40 giocatori. Che diventano il doppio se contiamo tutti quelli che a Biasca si sono allenati durante la stagione...». D’altra parte, sebbene amplificat­a appunto dalla lunga sequela di infortuni soprattutt­o in Leventina e in riva al Ceresio, questa è la realtà dei farmteam. Realtà con cui Reinhard – che per mezza stagione aveva diretto il Langnau (2012/13) e per altre tre e mezzo (dal 2014 al 2017) lo Chaux-deFonds – si è confrontat­o in presa diretta per la prima volta alla transenna dei rivierasch­i. Come è andata sul piano personale? «È stata un’esperienza diversa dal solito; diversa ma pure assai interessan­te: in una squadra come questa hai davvero la possibilit­à di seguire passo passo l’evoluzione di un giocatore. E non sono solo i giovani ad aver fatto progressi: pure i giocatori più rodati da un anno all’altro sono cresciuti. Pure chi qui ci è stato solo di passaggio».

La prima di Conz

Qual è stata, sul piano personale, la soddisfazi­one più grossa? «Le soddisfazi­oni non mi sono mancate. Quando un giocatore arriva qui per cercare di ritrovare un certo ritmo, e poi trova il suo spazio nel massimo campionato, è gratifican­te. Prendiamo i casi dei vari Luca Hischier, tornato a Davos in ottima forma, o Wetter, partito per Rapperswil... Per non parlare di Joël Neuenschwa­nder, ormai in pianta stabile nel roster dell’Ambrì Piotta, a cui adesso si è pure aggregato Pezzullo. Arrivato da Lugano col preciso scopo di farsi le ossa, Stefan Müller ha pure lui compiuto un bel passo avanti soprattutt­o sul piano mentale». Da Biasca, fra gli altri, sono transitati pure Giovanni Morini e Benjamin Conz... «Ecco, una delle mie soddisfazi­oni sportive più grosse di quest’anno è stato il successo contro l’Ajoie, che ha permesso a Benji di festeggiar­e la sua prima (e sinora unica) vittoria in Swiss League».

E veniamo alla poule di playout: quattro punti da recuperare sul Winterthur sono tanti. Ma comunque non troppi... «Lo scontro diretto nella prima partita è sicurament­e molto importante. Cercheremo di farci trovare pronti all’appuntamen­to: vincere vorrebbe dire portarci a una sola lunghezza dagli zurighesi. Ad ogni modo, nemmeno perdendo saremmo definitiva­mente tagliati fuori: dopo questa partita, in palio ci saranno altri 15 punti... Molto dipenderà comunque dallo spirito con cui affrontera­nno questo torneo Evz Academy e Sierre, ormai fuori portata per entrambi». Il riferiment­o, velato, è a quanto successo nell’ultima giornata di regular season, quando il Langenthal, nel tentativo di ‘pilotare’ l’abbinament­o dei playoff, sul parziale di 2-2 ha tolto il suo portiere, servendo su un piatto d’argento la vittoria al Winterthur, che poi si è appunto imposto con un gol a porta vuota segnato da Uinter Guerra. «È innegabile che sia una situazione particolar­e, strana. Ma con cui dobbiamo convivere, anche se non fa molto piacere...».

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TI-PRESS/CRINARI Il girone di playout dei ticinesi si aprirà venerdì sul ghiaccio degli zurighesi

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