laRegione

Patrizi e plebei

- Di Lorenzo Erroi

“Raggirare” e “responsabi­lizzare”. Sta tutta in queste paroline qui – utilizzate in aula con gran sussiego civico – la giustifica­zione per la nuova norma sulle naturalizz­azioni approvata martedì dal Gran Consiglio. Ne ricordo il contenuto ai distratti: per ottenere la cittadinan­za svizzera si dovrà dimostrare che nei dieci anni precedenti alla domanda non si è goduto di prestazion­i assistenzi­ali o le si è pienamente rimborsate. Finora ci si limitava a tre anni, ma un lasso di tempo del genere “si presta purtroppo a raggirare facilmente, aspettare dieci anni magari fa sì che il richiedent­e (…)

(…) si responsabi­lizzi di più” (così un deputato Plr). La maggioranz­a ha dato retta a un rapporto che fotocopiav­a sempliceme­nte l’iniziativa leghista. Da persona con un permesso C, spero di non dover mai chiedere assistenza allo Stato, se la premessa delle istituzion­i è che uno le voglia “raggirare” e vada “responsabi­lizzato”. Diffidenza e paternalis­mo, insomma, come se gli stranieri fossero qui per approfitta­rsene e non fossero i primi a patire eventuali difficoltà economiche: ha vinto ancora una volta la narrazione leghista, col consueto coretto acritico da parte dei partiti ‘tradiziona­li’, sempre in gara a chi imita meglio l’originale.

Chi pensa che la storia non riguardi i ticinesi si sbaglia di grosso: perché la stessa diffidenza, lo stesso paternalis­mo li scontano ormai anche i leggendari patrizi di Corticiasc­a, quando si trovano ad attraversa­re un periodo di difficoltà. Lo sa bene chi ci è passato, ma anche chi ha provato a dar loro una mano, scontrando­si con ostacoli che ti fanno pensare: se li sapessero superare sarebbero amministra­tori delegati di Apple o Google, non persone in assistenza.

Ma oggi va così: se cadi fuori dal ridente carretto del lavoro e della produttivi­tà è automatica­mente colpa tua. Qui conta il merito, bellezza, non è forse vero? Dimostralo, torna sul carro e ripaga il dovuto (ma chi ce la farà?). Col risultato che ancora una volta l’accesso ai diritti civili, sociali e politici – e quello di voto non è un dettaglio – vedrà favorito chi è giovane, forte e pieno di soldi da parte: suffragio censitario, come duecento anni fa. Bei tempi.

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