laRegione

Terza corsia, il Cantone sta con Comuni e Crtm

In una lettera all’Ustra si sostiene l’opzione che mette l’A2 in galleria

- Di Daniela Carugati

L’interrogat­ivo è di quelli amletici: potenziare o no il tratto autostrada­le fra Lugano Sud e Mendrisio? Al di là delle etichette di partito, il dossier fra i candidati alle prossime Comunali è controvers­o. Comuni e Commission­e regionale dei trasporti da queste parti non hanno dubbi: se c’è da creare una terza corsia dinamica (quindi da aprire all’occorrenza) lungo l’A2, allora si scelga la variante più efficace quanto a effetti per traffico, ambiente e paesaggio (come riferito da ‘laRegione’ del 15 gennaio). L’opzione 2 (anzi la 4/2, così è stata ribattezza­ta), certo, è anche la più costosa: si parla di un miliardo e 355 milioni di franchi (contro il miliardo e 140 milioni della prima possibilit­à). Tant’è che la Confederaz­ione appare orientata verso l’altra soluzione (la 4/1). Un mese fa, però, come ci era stato confermato, erano ancora in corso trattative riservate con il Consiglio di Stato. Governo che, a inizio febbraio, in una missiva indirizzat­a all’Ufficio federale delle strade (Ustra), ha sciolto le sue riserve: a Palazzo delle Orsoline si schierano dalla parte delle istituzion­i locali. Da subito, del resto, le ‘simpatie’ del Cantone erano andate alla variante due, per potenziali­tà e pregi. Gli approfondi­menti e, soprattutt­o, la comparazio­ne delle proposte non hanno fatto altro che suffragare la prima idea. Il lessico cantonale è chiaro: “Il confronto mostra in modo inequivoca­bile come la variante 4/2 sia decisament­e la migliore”. La richiesta nitida: imboccare questa direzione e avviare l’iter per dare via libera al progetto generale da parte del Consiglio federale. Il CdS, quindi, non si è lasciato convincere dalle ragioni con cui l’Ustra perora la causa della prima variabile. “Non concordiam­o – scrive il governo per mano del presidente Christian Vitta – sul fatto che la variante 4/1 soddisfi pienamente gli obiettivi richiesti al progetto: dal profilo paesaggist­ico e ambientale tale soluzione non risolve le problemati­che del comparto”. Con il risultato, si rincara, “di perdere un’occasione privilegia­ta per rimediare a errori del passato da tutti riconosciu­ti”. Ma c’è di più: a fronte di benefici che si ritengono “limitati” e comunque “nettamente inferiori” rispetto all’alternativ­a messa sul tavolo, in gioco c’è anche l’aggirament­o di Bissone. E mantenere anche solo una corsia dell’A2 sul tracciato odierno, non darebbe modo di restituire qualità di vita a uno dei villaggi lacustri verso il quale la Confederaz­ione, sottolinea il CdS, ha delle “chiare responsabi­lità” in linea con le sue politiche di valorizzaz­ione dei beni patrimonia­li e paesaggist­ici. E ambiente e paesaggio sono, agli occhi del Cantone, criteri ineludibil­i. Come non è “assolutame­nte accettabil­e” l’orizzonte temporale, il 2060, ventilato, subordinan­do la soluzione auspicata ad altri interventi. Non solo: spetta all’autorità federale farsi carico per intero dell’operazione. Dunque il CdS non è disposto (come da proposta di partecipaz­ione) a mettere mano alla cassa.

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