Un’altra dozzina in meno alla Rsi
Saranno una dozzina i posti di lavoro che verranno eliminati entro la fine dell’anno
La pubblicità arretra, il riparto del canone radiotelevisivo diminuisce e la Rsi è costretta a risparmiare. Entro la fine del 2020 salteranno 12 posti di lavoro. Licenziamenti non esclusi.
Pensionamenti anticipati e turnover naturali sono la via prioritaria. Maurizio Canetta non esclude licenziamenti.
Saranno 12 posti di lavoro quelli che salteranno alla Rsi. Lo conferma alla ‘Regione’ il direttore Maurizio Canetta, che ieri mattina ha incontrato il personale per dargli la comunicazione. «Queste sono le prospettive determinate dai nuovi dati finanziari. Rispetto a quanto previsto dal piano R dovremo sopprimere altri 12 posti di lavoro. Il nostro obiettivo è di riuscire senza dover fare dei licenziamenti, ma purtroppo non possiamo escluderli». Inizialmente i tagli, ha spiegato Canetta, saranno effettuati attraverso prepensionamenti e mancate sostituzioni dei partenti. A pesare soprattutto sulle cifre della Radiotelevisione è il calo delle entrate pubblicitarie. Il piano di riforma è concepito per far fronte al tetto massimo imposto dalla Confederazione sulle entrate derivanti dal canone radiotelevisivo e al calo della pubblicità; un ammanco quello legato alla pubblicità che per la Rsi finora è stato di 8 milioni di franchi ma che, secondo stime, potrebbe aumentare nei prossimi anni.
Canetta ha inoltre precisato un dato erroneamente anticipato dal portale Ticinonews.ch: il citato ‘piano R’ prevede la diminuzione del numero dei dipendenti dell’emittente pubblica che da 991 full time equivalent (tempi pieni, in buona sostanza) attive a dicembre 2019 deve scendere entro la fine del 2020 a 978. Ora la cifra dei dipendenti a tempo pieno della Rsi dovrà abbassarsi ulteriormente: entro la fine di quest’anno l’organico sarà composto da 966 unità. Se si tiene conto dei tagli già previsti secondo il ‘piano R’, in totale saranno quindi 25 i posti di lavoro a tempo pieno che andranno persi entro la fine dell’anno. Una cifra che sarà mitigata contabilmente dal fatto che la Rsi si è impegnata a formare e integrare una decina di persone in più all’interno dell’azienda rispetto alle attuali 20. Un modo per garantire il ricambio generazionale in vari ambiti di attività da essere pronti ad affrontare la sfida tecnologica. Si parla di studi televisivi completamente robotizzati come il recente nuovo studio dell’informazione, in cui le telecamere hanno movimenti automatizzati. Viene a cadere la necessità degli operatori alle telecamere di studio. La riforma prevede di espandere questo progetto laddove è possibile e sostenibile.
Canali radio da ripensare
Entro il 2021 saranno ripensate completamente anche le tre reti radio. Canetta ha parlato genericamente di un gruppo di lavoro che è già impegnato a studiare il riposizionamento dei tre canali radiofonici. Non sono state definite, almeno non ancora rese note, le linee operative. Il tentativo però è quello di recuperare ascoltatori. Le abitudini del pubblico radiotelevisivo, come di quello di altri media, stanno cambiando e bisognerà per forza di cose riorientare l’offerta puntando maggiormente sulle piattaforme online e sulle mutate abitudini di fruizione di radio e tv. Per quanto riguarda la seconda rete televisiva ci saranno novità nel palinsesto da settembre. Mentre lo sport continuerà ad avere il suo spazio, durante il giorno cambieranno le formule: fino al pomeriggio vi sarà la radio in tv e informazioni di servizio, ma nessuna produzione originale. Poi vi saranno le repliche e rimarrà solo la prima serata come produzione originale per Rsi La2.