Sarà il popolo a decidere sulla spesa per l’acquisto dei nuovi ‘caccia’
Il referendum lanciato dal Gruppo per una Svizzera senza esercito col sostegno della sinistra contro l’acquisto di nuovi aerei da combattimento ha raccolto più di 53mila firme in appena sei settimane. Sarà quindi il popolo ad esprimersi, verosimilmente il 27 settembre.
Lo scorso dicembre il Parlamento ha approvato a larga maggioranza l’acquisizione di nuovi jet e ha autorizzato il Consiglio federale a spendere fino a 6 miliardi di franchi per questo acquisto. Per gli oppositori, se si aggiungono i costi di manutenzione, utilizzo e riparazione, si arriva però a 24 miliardi. Il comitato referendario è convinto che siano necessari aerei per sorvegliare i cieli, ma ritiene sufficienti gli attuali F/A-18, aerei leggeri e una migliore difesa antiaerea. L’acquisto di nuovi caccia è sostenuto da Udc, Plr, Ppd, ufficiali e organizzazioni economiche. A loro avviso, senza un’aviazione militare l’esercito non è in grado di compiere la sua missione. Il popolo non voterà né sul modello di aereo né sul numero di velivoli, ma solo sul principio dell’acquisto. Le autorità stanno ancora valutando i vari tipi di jet che dovrebbero sostituire i 26 Tiger e i 30 F/A-18 dell’esercito. In lizza ci sono il francese Rafale (Dassault), l’europeo Eurofighter (Airbus) e due aerei americani: il successore dell’F/A-18, il Super Hornet di Boeing, e l’F-35A di Lockheed-Martin. Il rapporto di valutazione dovrebbe essere pronto nella seconda metà dell’anno. La decisione del Consiglio federale è attesa per l’inizio del 2021. Il primo aereo dovrebbe essere consegnato dal 2025.