Patologico con l’Eoc: ‘Tre ottimi motivi’
Integrazione dell’Icp nell’Ente ospedaliero: ‘Ok’ della Commissione sanità
“Una mossa con valenza strategica per lo sviluppo della realtà sanitaria cantonale”. La Commissione sanità e sicurezza sociale (Csss) ha definito così la prospettata integrazione dell’Istituto cantonale di patologia (Icp) nell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc). È quanto scaturito ieri a Bellinzona dalla riunione della Csss che ha sottoscritto favorevolmente il rapporto del relatore Lorenzo Jelmini, nonché presidente della stessa commissione. Il rapporto è stato fatto sul messaggio del 18 dicembre 2019: “Integrazione dell’Istituto cantonale di patologia (Icp) nell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc)”; redatto dal presidente dell’esecutivo cantonale Christian Vitta e dal cancelliere Arnoldo Coduri e indirizzato al Gran Consiglio.
In sostanza, la Csss invita il legislativo cantonale ad approvare il messaggio, a momento debito.
Nel rapporto si legge che l’integrazione nell’Eoc “va sostenuta per tre ottimi motivi”. In primo luogo, perché permetterebbe di salvaguardare le competenze tecniche e professionali in Ticino”. Il progetto, inoltre, favorirebbe “un ulteriore sviluppo delle analisi peculiari poiché saranno inserite in un ambiente sanitario” ovviando quindi alle problematiche legate alla gestione pubblica. Quale ultima buona ragione dell’inserimento, il rapporto vede un completamento dell’offerta dell’Eoc con competenze specifiche in patologia, “un’evoluzione – si legge – opportuna e necessaria in vista dell’avvio del Master in medicina umana”.
L’integrazione dell’Icp, attivo da più di 60 anni, proposta nel messaggio del 2019 dall’esecutivo, lo ricordiamo, prevede la stipulazione di una convenzione con l’Ente circa la cessione allo stesso dell’attività d’analisi al microscopio di tessuti e cellule, svolta finora dall’Istituto di patologia, con sede in via in Selva a LocarnoSolduno. La proposta arriva in seguito alla riflessione sull’adeguatezza di mantenere e gestire l’attività nel quadro di una struttura strettamente statale che “non può assicurare la necessaria flessibilità in termini aziendali”. L’inclusione, si legge ancora nel messaggio, fra gli altri “prevede la riassunzione dell’attuale personale [72 persone; ndr], il passaggio della sua affiliazione previdenziale dall’Istituto di previdenza del Canton Ticino al Fondo di previdenza dell’Eoc e la ripresa della strumentazione”.