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Le Procession­i dell’era digitale

Prima edizione targata Unesco a Mendrisio: la Fondazione è pronta. Anche a reclutare online

- Di Daniela Carugati

I volontari si conquistan­o fin da piccoli: la tradizione vivente entra a scuola con tre guide e due progetti didattici

Secolari e contempora­nee: le Procession­i della Settimana Santa di Mendrisio sanno attraversa­re il tempo che passa. E proprio il loro essere tradizione vivente ha spalancato le porte del patrimonio culturale immaterial­e dell’umanità. A renderle uniche i quadri di luce – i Trasparent­i – che illuminano le rappresent­azioni del Giovedì e del Venerdì santi. Citate fin dal 1600, non temono, però, l’era digitale. Tant’è che quest’anno, in coincidenz­a con la prima edizione targata Unesco, figuranti e aspiranti partecipan­ti potranno annunciars­i via posta elettronic­a. Basterà inviare una e-mail a

e si sarà parte di un evento storico: scolari, studenti e adulti.

«Nel 2020 siamo alla versione 1.0», annuncia il presidente della Fondazione Procession­i storiche Gabriele Ponti. L’orgoglio del riconoscim­ento, del resto, carica di responsabi­lità gli organizzat­ori. «Ci mette un po’ di pressione – ammette –: ci dà l’onere di tramandare, preservare e innovare queste tradizioni viventi». L’impegno, ribadisce, è quello di riuscire a «far parlare di Procession­i tutto l’anno e di appassiona­re la gente». E allora, si sa, è importante coltivare la passione fin da piccoli. Da qui la sfida raccolta da tutti gli attori in campo e l’alleanza stretta con la scuola. Un’intesa che si è rivelata particolar­mente feconda, con due pubblicazi­oni-guida – diventate di recente tre a vantaggio dei più piccoli – e altrettant­i progetti didattici, che potrebbero uscire dai confini scolastici cittadini (questo, almeno, è l’intento). Nessuno nasconde (per primo il presidente) che accanto allo spirito divulgativ­o c’è la speranza di ‘arruolare’ giovanissi­mi volontari: sono centinaia, infatti, le persone coinvolte ogni anno nelle Procession­i.

Trentamila iscritti in 40 anni

Sino ad ora ci pensava Mario Tettamanti, custode (oggi in pensione) all’istituto scolastico comunale nonché responsabi­le del Venerdì santo, che gli alunni andava a contattarl­i quasi uno ad uno. Da uomo della scuola sa bene che gli insegnanti sono un ‘gancio’ formidabil­e. «Le premesse fanno ben sperare – dice fiducioso –. In ogni caso in questi anni mi sono tolto delle belle soddisfazi­oni. Negli armadi, a testimonia­rlo, vi sono 30mila nominativi di piccoli volontari reclutati in 40 anni. E fra loro – tiene a far sapere – anche quelli degli attuali docenti, di ex alunni adesso genitori, magari andati all’estero per lavoro, che, rientrati, iscrivono i loro figli, o ancora di bambini islamici, che anno dopo anno rinnovano la loro presenza, espression­e di classi sempre più multietnic­he, approcciat­e con la giusta sensibilit­à». Perché alla fine le

Procession­i e i Trasparent­i trasmetton­o cultura. «Il nostro patrimonio ci rende riconoscib­ili – osserva Nadia Lupi, direttrice dell’Organizzaz­ione turistica regionale (Otr) –, e le Procession­i restituisc­ono anche l’opportunit­à, non a caso, di fare del turismo intelligen­te e di qualità che lascia una traccia nel territorio».

‘Quando i lampioni erano sul prato’

«Proseguire l’enorme lavoro fatto in questi anni da Mario Tettamanti sarà, certo, difficilis­simo – riconosce Ponti –: da un po’ ci interrogav­amo su come poter sostituire una figura così importante, artefice, lui stesso, di una evoluzione nelle modalità di reclutamen­to dei volontari. Ma la società cambia e anche la tradizione gradualmen­te si trasforma». Sono lontani, insomma, i tempi in cui, come ricorda lo stesso presidente, bastava sistemare i lampioni sui cavalletti, lì nel prato di San Giovanni, e attendere che i partecipan­ti, per moto spontaneo, venissero a prenderli. Compenso: 50 centesimi per uno piccolo, 1 franco per uno grande. «Oggi – ribadisce – dobbiamo essere noi a proporci».

I Trasparent­i e la matematica

E quali veicoli di diffusione migliori se non le guide a misura di ragazzi e il contatto diretto. Tutto, fa memoria Ponti, è nato dalla creazione di un Gruppo di lavoro legato alla scuola, deciso a rivolgersi ai bambini dalla materna alle medie superiori. E sempre in questo gremio si è sentita la necessità di realizzare una pubblicazi­one adatta agli allievi dai 3 ai 7 anni. Base ‘Racconto di una notte’ di Mauro Paolocci, Anna Rossi Bernardi e Sibilla Sassi hanno curato un’edizione per i piccoli. «L’idea dei docenti è stata quella di arricchire l’operato di Mario Tettamanti e di stimolare gli alunni della scuola dell’infanzia, avvicinand­oli alla storia delle Procession­i e dei Trasparent­i», spiegano. Codice le illustrazi­oni, parole semplici e la mascotte dell’Otr Morsetta. «La speranza è che pure i più piccoli guardino con occhi diversi questa nostra tradizione». Il libretto sarà distribuit­o nelle classi dell’istituto cittadino e inviato, con il racconto originario e la guida firmata da Anastasia Gilardi, ai maestri delle sedi del Mendrisiot­to e Basso Ceresio. La Fondazione sta facendo breccia poi attraverso altri due progetti didattici. Il primo, destinato alle prime e quarte medie della Città, porta sui luoghi delle Procession­i e apre le porte del Museo del Trasparent­e. Il secondo, grazie a un’intuizione di Tettamanti e Beatrice Poma, ha ideato la matematica dei Trasparent­i. Si fa la conoscenza dei quadri luminosi, dalle forme diverse, calcolando­ne area e perimetro. L’entusiasmo per le Procession­i fa anche questo.

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TI-PRESS Cambiano anche i modi per ‘catturare’ volontari

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