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Anziani al volante: responsabi­lità per evitare nuova burocrazia

- Di Giacomo Garzoli, granconsig­liere Plr

Il tragico incidente accaduto negli scorsi giorni sull’autostrada A2, quando un 92enne si è ritrovato a viaggiare contromano scontrando­si poi con altri veicoli e rimanendo purtroppo ucciso, merita alcune riflession­i di fondo, scomode ma opportune. Innanzitut­to, noi automobili­sti, che non chiediamo certo nuove regole imposte dall’alto e a cui soprattutt­o non piace l’idea di nuova burocrazia ad intasare le nostre giornate, siamo chiamati a dar prova di maggiore responsabi­lità individual­e a tutti i livelli. Se davvero vogliamo minimizzar­e quanto più possibile i rischi sulle nostre strade, questo discorso vale per i giovani conducenti, così come per gli anziani (e il discorso coinvolge anche le famiglie). Responsabi­lità significa anche capacità di valutare e riconoscer­e i nostri limiti, per essere in grado di autoregola­rci allorquand­o la soglia del rischio diventa proibitiva.

D’altra parte, una maggiore consapevol­ezza della mutata situazione del traffico dovrebbe essere dimostrata anche dai medici che autorizzan­o gli anziani a mettersi al volante. La capacità di condurre è oggi messa a dura prova dal numero di veicoli in circolazio­ne sulle nostre strade, e da una segnaletic­a sempre più densa. Ben più che nel passato. Occorre dunque adattare anche le valutazion­i mediche a questa situazione.

L’aiuto fornito dalle nuove tecnologie, è vero, rappresent­a certamente un’opportunit­à anche per aiutare concretame­nte gli anziani alla guida. E ciò varrà ancora maggiormen­te in futuro. Ma queste novità non possono da sole risolvere il problema di chi corre rischi eccessivi. La consapevol­ezza di ognuno rimane la misura più efficace. Occorre valutare il potenziale pericolo prendendo noi stessi come misura di riferiment­o, mettendoci continuame­nte in relazione al rischio di coinvolger­e altre persone. Forse le valutazion­i mediche dovrebbero prendere in consideraz­ione, per ogni anziano, l’attitudine a valutare oggettivam­ente le proprie capacità, e a non sottovalut­are i pericoli. Solo una maggiore assunzione di responsabi­lità da parte di tutti permetterà di evitare di dover imboccare l’unica strada altrimenti da percorrere. Quella fatta di nuove regole imposte dallo Stato e di nuova burocrazia per gli automobili­sti. Non è quello che vogliamo, ma se la prossima situazione di pericolo dovesse tramutarsi in tragedia, strappando magari vittime innocenti e del tutto estranee alle cause di un ipotetico incidente, l’approccio regolatore, per sua natura limitante e frustrante, diverrà inevitabil­e.

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