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Tennis club, per un Mellini che va ce n’è un altro che arriva

La presidenza del Tennis club Locarno passa da Alvaro Mellini al nipote Fabiano

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Avvicendam­ento al vertice in un’assemblea presa d’assalto da soci e amici e allietata da ospiti illustri (e a sorpresa), tra i quali il sindaco Alain Scherrer

Di motivi per invalidarl­a ce ne sarebbero tanti. Tuttavia nessuno, sotto le volte eleganti della Morettina, ha intenzione di perdersi in formalismi di sorta. Perciò, che Mellini sia. Non più Alvaro, bensì Fabiano, ma ci arriviamo. L’ordine del giorno è stato ribaltato – a insaputa di chi lo aveva redatto (il citato Alvaro, appunto) –, l’approvazio­ne dei conti non è passata attraverso il conteggio di favorevoli e contrari, le relazioni sono state solo accennate, non certo lette. Deroghe al protocollo, tante, a fin di bene.

Di ordinario, l’assemblea ordinaria del Tennis club Locarno non ha avuto proprio nulla. Era l’ultima, da presidente, di Alvaro Mellini, che del sodalizio è un’istituzion­e. Per celebrare il quale, sul campo 1 addobbato come l’evento imponeva, sono prima sfilati e poi intervenut­i ospiti a sorpresa, chiamati a conferire all’evento quello statuto di straordina­rietà che i responsabi­li del club hanno ritenuto giusto conferire a un appuntamen­to seguito da più di un centinaio di soci, accorsi per un ideale abbraccio a un amico con il quale hanno condiviso chi anni, chi una vita intera.

Il presidente di ‘Tennis Ticino’ Giuseppe

Canova l’ha messa simpaticam­ente sul piano dell’amicizia che lo lega ad Alvaro. Un rapporto stretto e profondo, benché nato da poco tempo, basato su un’intesa al primo sguardo, tipico delle persone franche alle quali non serve poi molto per una vicendevol­e stima.

Il sindaco di Locarno Alain Scherrer, al termine della sua accorata ‘laudatio’ di un uomo che per la città si è speso molto anche a livello personale, prima di farlo attraverso l’amato Tennis club, ha depositato sul tavolo del presidente l’agognata ratifica della convenzion­e sul diritto di superficie del Tennis per il terreno che accoglie il centro coperto della Morettina (scadenza 2035). Era l’ultimo dossier aperto della gestione Mellini (Alvaro), lo ha sigillato nientemeno che il primo cittadino in persona, tra gli applausi convinti di una platea che, in passato, si era più volte mobilitata contro la paventata idea di un trasloco dei campi, seppur dall’Isolino, proprio in zona Morettina. Farneticaz­ioni passate e remote, nate (e poi morte) con il pretesto politico del rilancio turistico (ci sia consentita la parentesi polemica subito chiusa).

L’omaggio di René Stammbach

Membro onorario di ‘Swiss Tennis’, Mellini ha poi ricevuto quello che forse è stato il regalo più gradito, l’abbraccio di René Stammbach, numero uno della federazion­e svizzera, amico di lunga data, giunto apposta per un omaggio elegante (in italiano, chapeau), da dirigente a dirigente. Con affetto. E poi l’Ezio, inteso come Ezio Guidi. Suo il tocco di leggerezza e ilarità che ha spazzato via quel velo un po’ malinconic­o che si stava impossessa­ndo della sala, tra un ricordo e l’altro, per quanto tutti pregevoli. Ha scomodato i grandi del mondo, da Trump alla regina Elisabetta, da Putin a Kim Jong-un, osando uno spassoso accostamen­to al presidente con un filmato al quale ha prestato la propria voce. Quel timbro inconfondi­bile al quale, per chi mastica tennis da un po’, sono legati ricordi e aneddoti, tanti da riempire libri di storia. Non ci poteva essere modo migliore di dare voce alla lunga storia di Alvaro Mellini che con la Voce del tennis (maiuscolo).

Si parlava, in avvio (scherzando, nevvero), di motivi validi per invalidare l’assemblea, ma il nepotismo non è tra questi. Ad Alvaro succede un altro Mellini, Fabiano. Sì, è il nipote, ma niente favoritism­i, sia chiaro. Il passaggio di consegne è una delle poche cose in regola – protocollo e statuti alla mano – dell’assemblea: Fabiano è stato scelto e poi eletto – per acclamazio­ne, ma stavolta si può perché non si parla di conti bensì di nomine – per meriti acquisiti sul campo (in senso lato), al termine di un apprendist­ato di un paio di stagioni in un comitato arricchito dall’ingresso della moglie Jacqueline e di Michele Maggetti. Nuova linfa, per il nuovo corso del Tc Locarno. Una svolta raccontata a cuore aperto. Ah, già: tornano anche i conti. Non l’avevamo detto? Fidatevi, è così.

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Di Mellini in Mellini

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