‘Carta Iostudio, e chi frequenta scuole non parificate?’
“Corrisponde al vero che alle studentesse e agli studenti delle scuole private riconosciute dal Cantone ma non parificate non viene data la tessera studente ‘IOSTUDIO’?”. E qualora così fosse, aggiungono in un’interrogazione inoltrata ieri al governo i deputati del Ppd Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni e Fiorenzo Dadò, “non ritiene (il Decs) di modificare questa prassi allo scopo di offrire gli stessi diritti a tutte le giovani e a tutti i giovani studenti di questo cantone?”. L’atto parlamentare riguarda la vicenda emersa negli scorsi giorni tramite una segnalazione dell’architetto luganese Marco Sangiorgio, che su Facebook ha “denunciato” pubblicamente quella che ritiene una disparità di trattamento (o meglio “una discriminazione”) da parte del Decs nei confronti dei suoi figli. “Ho scoperto oggi che i miei tre bambini sono diversamente studenti”, scrive Sangiorgio, spiegando di aver “preso conoscenza di una discriminazione che mi ha urtato parecchio e che voglio condividere con tutti voi. I miei tre figli (13/12/8 anni) frequentano la scuola Steiner di Origlio. La scuola è riconosciuta ma non parificata”.
Sangiorgio ha quindi fatto richiesta della tessera studente ‘IOSTUDIO’ per i suoi tre figli ma con sua grande sorpresa la stessa non gli è stata concessa in quanto “la Steiner è riconosciuta, ha le autorizzazioni per essere una scuola elementare, media e superiore ma non è parificata”. Nella risposta ricevuta dal Dipartimento in effetti vi è scritto che la tessera “è concessa unicamente agli studenti delle scuola cantonali e delle scuole private parificate che entrano nel sistema gestionale cantonale”. L'architetto conclude scrivendo che “i miei figli sono studenti e studiano. Ritengo sia un diritto non essere discriminati da una scelta di un Dipartimento che dovrebbe essere attento al fatto che sentirsi discriminati da piccoli non aiuta…”. Interpellato dalla ‘Regione’ Sangiorgio aggiunge che dal Cantone non ha ricevuto nessuna risposta dopo la sua richiesta di chiarimento. Ecco perché ha scelto di esprimersi sui social: «Non avevo mai fatto un post del genere. Ma insieme a mia moglie abbiamo deciso di andare fino in fondo contro questa pratica altamente discriminatoria».