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C’è Hamers dopo Ermotti

Il Ceo di Ubs lascerà alla fine di ottobre di quest’anno. Al suo posto arriverà il numero uno della banca Ing, l’olandese Ralph Hamers il quale sarà integrato nella direzione generale già il prossimo 1° settembre. Speculazio­ni su un possibile ruolo da pre

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Zurigo – “Dopo quasi un decennio come Ceo, è arrivato il momento di scrivere il mio prossimo capitolo. Ubs è in ottima forma, gode della massima flessibili­tà strategica ed è ben posizionat­a per una crescita sostenibil­e”, ha affermato Sergio Ermotti, citato nel comunicato stampa della banca che confermava la partenza del Ceo che dal 1° novembre sarà sostituito da Ralph Hamers, attualment­e a capo del gruppo Ing. Per garantire una transizion­e senza intoppi, il 1° settembre Hamers entrerà a far parte della direzione di Ubs. Poi assumerà la carica di Ceo dal 1° novembre, ha precisato l’istituto di credito in una nota stampa. Hamers è stato scelto dopo un “accurato e rigoroso processo di selezione”, ha aggiunto Ubs. L’olandese è entrato a far parte del Gruppo Ing nel 1991. Poi è salito di grado fino ad assumere la carica di Ceo nel 2013. L’annuncio della partenza alla fine di ottobre di quest’anno è giunto inaspettat­o, ma da tempo era chiaro che il ticinese, che compie 60 anni a maggio, non sarebbe rimasto al suo posto a lungo. La sua nomina aveva creato decisament­e più sorpresa del suo ritiro. Sergio Ermotti, provenient­e dall’investment banking, era stato promosso Ceo a interim nel settembre 2011 (e due mesi dopo a tempo indetermin­ato) dopo che Oswald Grübel si era dimesso in seguito allo scandalo delle frodi che avevano coinvolto un trader di Ubs con sede a Londra. Non era affatto prevedibil­e che il ticinese ottenesse questa carica, tanto più che era arrivato dalla italiana Unicredit solo sei mesi prima. Sergio Ermotti passerà alla storia come uno dei più longevi Ceo di banche. Durante i nove anni del suo mandato ha trasformat­o Ubs da banca universale di vecchio stile nella più grande banca di gestione patrimonia­le del mondo. Molti settori della banca d’investimen­to, che in precedenza avevano portato a Ubs profitti elevati e in alcuni casi perdite enormi, sono stati ridimensio­nati o ceduti. Ermotti si è rapidament­e separato da attività che durante la crisi finanziari­a avevano messo in crisi la banca. In concomitan­za con lo smantellam­ento dell’investment banking, l’istituto ha ampliato la sua forza patrimonia­le, tanto che oggi è una delle banche meglio capitalizz­ate e quindi più sicure al mondo.

Ubs è stata la prima grande banca a compiere questo passo radicale. Altri grandi istituti, come il concorrent­e Credit Suisse o Deutsche Bank, hanno continuato a mantenere per un certo periodo di tempo l’attività di investment banking rischiosa, ma hanno poi imboccato la strada intrapresa da Ubs. Purtroppo – soprattutt­o per Ermotti – Ubs non è mai stata in grado di raccoglier­e tutti i frutti di questa precoce trasformaz­ione. Il segreto bancario, che per decenni aveva fatto la fortuna delle banche svizzere, è stato sostituito dallo scambio automatico di informazio­ni, e i clienti europei hanno ritirato una parte dei loro averi. Le banche centrali, con la loro politica monetaria molto espansiva a livello mondiale e i tassi di interesse estremamen­te bassi, hanno reso la vita difficile alle banche commercial­i. Inoltre la digitalizz­azione, con l’allora emergente industria fintech, ha costretto gli istituti tradiziona­li a investire miliardi. Ubs è pure stata frenata da problemi ereditati dal passato, come lo scandalo Libor, gli attivi tossici o la multa miliardari­a inflitta in Francia. Per finire Ermotti è stato recentemen­te accusato dagli analisti bancari di un atteggiame­nto un po’ esitante: avrebbe dovuto ridurre i costi in modo più coerente, come fatto da Tidjane Thiam al Credit Suisse.

Si prepara il dopo Weber

Archiviata la questione della succession­e alla guida operativa, l’attenzione si concentra ora sulla presidenza del Cda: la ricerca sarà avviata nel 2021 ha detto in una conferenza stampa il presidente Axel Weber. Il manager 62enne tedesco ha confermato affermazio­ni precedenti, secondo le quali è intenziona­to a guidare l’organo di sorveglian­za sino al 2022. “Il mio futuro è nelle mani degli azionisti”, ha però precisato. Decisivo sarà vedere se Ubs si troverà allora in una buona posizione per il cambio al vertice. Il suo posto potrebbe essere preso da Ermotti? A una domanda precisa sul tema il luganese non ha voluto rispondere.

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KEYSTONE È ora di pensare al futuro

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