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Chiesti più soldi per l’esercito

Per quest’anno il governo domanda al parlamento 2,7 miliardi. Ne vuole poi 21,1 per il 2021-2024

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La spesa più grande prevista in futuro riguarda l’acquisto dei nuovi caccia. Per il 2020, la priorità è modernizza­re i sistemi di telecomuni­cazione.

Il Consiglio federale vuole più soldi per l’esercito: solo per quest’anno chiede al parlamento 2,7 miliardi, 700 milioni in più rispetto agli anni precedenti. Dal 2021, propone inoltre un limite di spesa di 21,1 miliardi per quattro anni. Anche in questo caso si tratta di un importo più alto rispetto al quadrienni­o precedente (20 miliardi). Nel corso dei prossimi dieci anni il budget annuale dovrebbe quindi essere aumentato da circa 5 miliardi a 5,9 miliardi di franchi.

A monte di quest’ultima richiesta vi è il fatto che nei prossimi dieci anni saranno necessari 15 miliardi di franchi per gli acquisti nel quadro dei programmi d’armamento, ha indicato il governo nel messaggio sull’esercito 2020 pubblicato ieri. Su un budget annuo di 5 miliardi, ‘solo’ un miliardo circa è destinato a questi investimen­ti. I calcoli sono dunque presto fatti: un miliardo all’anno non basta. Questa cifra presuppone chiarament­e che, verosimilm­ente in settembre, i cittadini accogliera­nno alle urne il credito da sei miliardi per i nuovi jet delle forze armate. Con 8 miliardi, la difesa dello spazio aereo – oltre ai caccia sono previsti due miliardi per un nuovo sistema di difesa terra-aria – è infatti la voce che pesa di più nel bilancio degli investimen­ti previsti. I restanti 7 miliardi serviranno per rinnovare le altre componenti dell’esercito.

Per quest’anno, invece, gli obiettivi principali definiti nel messaggio sull’esercito sono: “Migliorare la capacità di condotta, mantenere capacità essenziali delle truppe di terra e ridurre il numero di ubicazioni immobiliar­i”. Nell’ambito del primo punto, il governo vuole modernizza­re i sistemi di telecomuni­cazione. Questo per mantenere la capacità all’impiego delle forze armate “in caso di crisi e di ciberattac­chi”, si legge in una nota diffusa ieri. Questi investimen­ti ammontano a 600 milioni di franchi. La sicurezza di ogni apparecchi­atura acquistata è controllat­a da personale competente, compresi esperti in crittologi­a, ha affermato ieri ai media a Berna la consiglier­a federale Viola Amherd. L’esercito ha infatti creato una formazione ad hoc in cibersicur­ezza allo scopo di istruire battaglion­i specializz­ati alla protezione dei sistemi in uso nell’esercito. Le recenti panne di Swisscom – mercoledì si è verificato il terzo guasto in poche settimane – hanno dimostrato la vulnerabil­ità dei sistemi e la necessità di investire nella difesa informatic­a, ha dichiarato dal canto suo il capo dell’esercito Thomas Süssli. Per 155 milioni sarà poi sostituito il sistema di sorveglian­za dello spazio aereo Florako, introdotto nel 2004 e ormai obsoleto. Per quanto riguarda il secondo obiettivo, sono previsti 116 milioni per modernizza­re “l’equipaggia­mento per l’aiuto militare in caso di catastrofe”. In questo caso è necessario materiale nuovo in particolar­e per spegnere eventuali “incendi di grande portata e incendi industrial­i”. Oltre a ciò, il governo intende investire 438 milioni per “mantenere in funzione” i carri armati granatieri 2000 che, senza interventi, “non sarebbero più impiegabil­i dal 2023 circa”, visto che alcune componenti sono “ormai obsolete”. Con nuovi sistemi informatic­i, display e videocamer­e questi cingolati potranno essere utilizzati fino al 2040. La ‘ministra’ della Difesa Amherd ha precisato che sostituirl­i con nuovi veicoli risultereb­be più costoso. Con 45 milioni saranno poi attualizza­ti i Pc-21, usati per l’istruzione di base dei piloti dell’aviazione. Il governo ha anche chiesto 837 milioni per il materiale dell’esercito. Tra i vari investimen­ti, è prevista, ad esempio, la digitalizz­azione del libretto di servizio. Sempre quest’anno, l’esecutivo intende ridimensio­nare il parco immobiliar­e dell’esercito per un costo di 489 milioni. È ad esempio previsto l’ampliament­o e la riconversi­one della piazza d’armi di Chamblon (Vd) per trasferirv­i la scuola d’ospedale attualment­e ubicata a Moudon (Vd). Anche l’ampliament­o e il rinnovo totale della piazza d’armi di Frauenfeld consentirà di rinunciare successiva­mente a ulteriori sedi.

Infine, il messaggio sull’esercito 2020 prevede anche la messa fuori servizio del sistema di difesa contraerea Rapier, acquistato più di 40 anni fa.

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