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Cartellino giallo a Giorgio Comi. Per gli Enti locali c’è ‘collisione’

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Cartellino giallo, a Mendrisio, per il municipale socialista Giorgio Comi. La decisione pronunciat­a dalla Sezione enti locali è di una decina di giorni orsono: il politico cittadino, ormai a fine mandato – non si ricandider­à più –, è stato ammonito. Questo, infatti, l’esito dell’istanza indirizzat­a il luglio scorso dal consiglier­e comunale dei Verdi Andrea Stephani al Consiglio di Stato. Un ‘j’accuse’, il suo, che chiamava il capodicast­ero Politiche sociali a rispondere, a suo dire, di una “gestione privatisti­ca della cosa pubblica”, da censurare.

E qualche pecca, gli Enti locali, l’hanno individuat­a. Il nodo gordiano della vicenda? Essere entrato in... collisione di interesse. Sarebbero almeno due, dalle prime indicazion­i, le circostanz­e nelle quali si è palesata una violazione dell’articolo 100 della Legge organica comunale (Loc). Articolo che al paragrafo 1 recita: “Un membro del Municipio non può essere presente alle discussion­i e al voto su oggetti che riguardano il suo personale interesse e quello dei suoi parenti secondo l’art. 83”. Non si sarebbe, per contro, riscontrat­o nulla (da nostre informazio­ni) a carico di un altro articolo della Loc, il 101, relativo al ‘divieto di prestazion­e’. Il verdetto degli Enti locali è già riecheggia­to anche dentro la stanza dell’esecutivo. «Abbiamo preso atto della risoluzion­e della Sezione enti locali – conferma a ‘laRegione’ il sindaco della Città Samuele Cavadini –. E a tempo debito riferiremo in merito al Consiglio comunale, rispondend­o all’atto parlamenta­re presentato da Stephani». Legislativ­o convocato per il 9 marzo prossimo. In effetti, sul tavolo, assieme all’istanza rivolta all’autorità cantonale, c’era anche un atto parlamenta­re, corredato da un decalogo di domande. A dare il la all’intervento del consiglier­e comunale, come lui stesso aveva spiegato, erano state le “relazioni di interesse” del municipale, che avevano evidenziat­o “una mescolanza pubblico-privato ben poco chiara e delineata”. Comi non si limita, aveva ricostruit­o l’esponente dei Verdi spulciando il Registro di commercio e i profili dello stesso municipale, a vestire diverse casacche nell’ambito della socialità, dall’Ente case anziani del Mendrisiot­to al Servizio assistenza e cura a domicilio

– ciò che, in parte, gli deriva dalla carica –, ma è coinvolto anche in fondazioni e società. All’epoca dell’istanza, da noi interpella­to, il municipale Comi aveva affermato di non aver intravisto nulla di sbagliato nel suo agire. «Non ho pensato – ci aveva detto –, e nessuno me lo ha mai fatto notare, che fare volontaria­to fosse sbagliato. Quello che posso affermare è che le associazio­ni di cui faccio parte non hanno mai preso un centesimo dal Comune». Resta, staccato l’ammoniment­o, l’amarezza per questa uscita di scena.

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