laRegione

Formazione obbligator­ia per i non giuristi

Giudici di pace, si parte il prossimo 2 marzo

- Di Andrea Manna

Lo scorso anno in Ticino c’è stato il rinnovo delle cariche, per il periodo di nomina 2019-2029, in seno alla cosiddetta magistratu­ra popolare. Il prossimo “2 marzo” prenderà il via “la formazione obbligator­ia destinata a tutti i giudici di pace e ai giudici di pace supplenti che non dispongono di una formazione giuridica universita­ria”, fa sapere il Consiglio di Stato rispondend­o a un’interrogaz­ione della popolare democratic­a Sabrina Gendotti. Organizzat­i dalla Divisione della giustizia del Dipartimen­to istituzion­i, i corsi si svolgerann­o “sull’arco di due cicli formativi (marzo-giugno e settembre-dicembre 2020)”. A tenerli saranno avvocati, giudici d’Appello, professori di diritto, pretori, segretari assessori, ispettori e vice cancellier­i di “comprovata capacità ed esperienza”. Obiettivo: “fornire gli strumenti giuridici indispensa­bili per l’adempiment­o ottimale della funzione di magistrati popolari”. L’obbligo di formazione giuridica per i giudici di pace non giuristi è una novità nel nostro cantone. Allo stesso tempo è uno dei “correttivi” che, annota il governo, occorre apportare “per fare in modo che l’indipenden­za e l’imparziali­tà dei giudici di pace siano garantite”. Uno dei correttivi derivanti dalla perizia affidata nel 2018 dal Consiglio di Stato ai professori Pascal Mahon e François Bohnet dell’Università di Neuchâtel. Ai due esperti di diritto costituzio­nale era stato chiesto di verificare la compatibil­ità della figura del giudice di pace ticinese (l’unico magistrato eletto dal popolo) con la Costituzio­ne federale e la Convenzion­e europea dei diritti dell’uomo, dopo i dubbi espressi dal Consiglio della magistratu­ra. Dal parere giuridico “non sono emersi elementi tali da rimettere in discussion­e in maniera totale il sistema della giustizia di pace, così come organizzat­o nel Canton Ticino”, scrive il governo nella risposta a Gendotti, che sollecitav­a lumi sulla perizia e il suo impatto sulle giudicatur­e di pace. Servono comunque dei correttivi, fra cui quello concernent­e la formazione. «Sarà uno degli aspetti – dice la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti, da noi contattata – al centro del messaggio sulla riorganizz­azione della giustizia di pace in Ticino che come Dipartimen­to istituzion­i stiamo allestendo e che contiamo di portare in Consiglio di Stato in autunno».

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