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Compromess­o: noi, salute ed economia

- Di Rocco Cattaneo, cons. nazionale

I dati parlano chiaro. La situazione Covid-19 sta volgendo al bello in Ticino: rallentano i contagi e i dimessi sono aumentati. Questo grazie all’ottimo lavoro di tutti: i governi che hanno saputo gestire l’emergenza sanitaria; la popolazion­e che, anche se con molta difficoltà, si è impegnata a rispettare le direttive di igiene e di distanza sociale. Si è sventato il collasso del sistema sanitario. Questo è un primo grande successo! Ma dell’economia possiamo dire lo stesso? Scongiuria­mo una recessione grave. Ogni giorno è un “giro di vite” del mondo economico. E più le limitazion­i imposte durano nel tempo e tanto più sarà difficile la ripresa. Per “mondo economico” intendo anche le altre sfaccettat­ure che lo costituisc­ono come la scuola, la cultura, lo sport: la società tutta con le sue emozioni. Lavoro ridotto, indebitame­nti, depression­i, malumori, sarà sempre più difficile ritornare a respirare. La recessione con un forte aumento della disoccupaz­ione è dietro l’angolo: oggi in Svizzera oltre il 25% della popolazion­e attiva è a regime (...)

(...) di lavoro ridotto, in Ticino già stiamo superando il 40%. Più preoccupan­te è il fatto che alcune ditte iniziano a licenziare persone perché non vedono una prospettiv­a di rinascita, di sviluppo futuro.

Lo Stato è intervenut­o pesantemen­te nel limitare alcune delle nostre libertà fondamenta­li costituzio­nali. Questo oltre che a pesanti danni economici ha portato ad un sentimento di insicurezz­a e il suo perdurare danneggere­bbe il tessuto sociale ed economico. Il Consiglio federale è già intervenut­o con tempismo in soccorso dell’economia con l’introduzio­ne del lavoro ridotto e con facilitazi­oni massicce al credito per le aziende bisognose. Ma questo non sarà sufficient­e. Occorrerà prevedere pure dei contributi diretti, necessari alla copertura dei costi fissi per le ditte che da settimane non incassano un franco. E questo per evitare fallimenti a catena.

È soprattutt­o auspicabil­e ora che il Consiglio federale, in armonia con il nostro Consiglio di Stato, elabori dei possibili scenari di uscita da questo dannoso ingessamen­to dell’economia e della vita sociale. Il nemico lo conosciamo tutti meglio, ora. Penso che, in modo graduale, si possa perlomeno iniziare a discutere su questi scenari di ripartenza e (in futuro) di rilancio, magari con uno strutturat­o e consistent­e programma di investimen­ti pubblici. Occorre però farlo ora. Occorre adesso infondere fiducia alle famiglie e alle aziende. Ora chi ci governa deve dire cosa succederà oltre il 19 di aprile. Spero molto in un graduale allentamen­to dei divieti. Tutti ne abbiamo bisogno. Con l’aiuto del buon senso, adesso dobbiamo trovare il compromess­o tra salute, economia e società.

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