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Posti di blocco al San Gottardo

Le polizie di Ticino e Uri inviterann­o i turisti diretti a Sud delle Alpi a tornare indietro

- Di Fabio Barenco/Ats

Controlli e sensibiliz­zazione al portale nord della galleria del San Gottardo. Sin da subito la polizia ha infatti previsto “appositi posti di blocco a Göschenen” con lo scopo di far rientrare al loro domicilio i turisti che intendono recarsi a Sud delle Alpi durante le festività pasquali.

“Se amate il Canton Ticino, restate a casa”! L’ennesimo appello rivolto ai turisti è stato diffuso ieri dalle Polizie cantonali di Ticino e Uri durante una conferenza stampa a Wassen. Un appello accompagna­to da misure concrete: le persone che vorranno transitare dal San Gottardo, saranno in primo luogo informate “sull’attuale situazione legata al Covid-19” in Ticino, cantone “particolar­mente colpito” dalla pandemia. “Al contempo sarà consigliat­o a coloro che sono intenziona­ti a raggiunger­e il Sud delle Alpi, per motivi non urgenti o a fini turistici, di rientrare ai propri domicili”, si legge in una nota diramata ieri. Ciò avverrà anche con la distribuzi­one di volantini “che evidenzian­o come non sia il momento giusto per visitare il Ticino e che il loro comportame­nto potrebbe da un lato mettere in pericolo la salute mentre dall’altro ulteriorme­nte sovraccari­care le strutture sanitarie”. Riassumend­o, “i turisti in Ticino sono i benvenuti, ma non in questo momento”, hanno sottolinea­to le Polizie cantonali, precisando che si deve uscire di casa “unicamente per recarsi al lavoro, andare dal medico o in farmacia, o aiutare qualcuno a fare la spesa”.

Già durante lo scorso weekend le forze dell’ordine erano presenti sulle strade svizzere con un dispiegame­nto importante. Anche con il bel tempo che invoglia a uscire, la popolazion­e svizzera ha però, per il momento, «superato la prova» in vista di Pasqua, ha sottolinea­to ai media a Berna Stefan Blättler, presidente della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali. La maggioranz­a delle persone ha infatti «capito la necessità delle misure» messe in atto dalle autorità.

Ciononosta­nte, diverse persone si sono comunque recate nelle regioni turistiche del Paese. Domenica scorsa le autorità grigionesi hanno ad esempio deciso di chiudere la strada del passo della Flüela: circa un centinaio di veicoli erano posteggiat­i ai bordi della carreggiat­a. Decisioni simili possono infatti essere prese dalle autorità locali in accordo con la polizia, ha precisato Blättler. Per quanto riguarda il San Gottardo, invece, una chiusura può essere decisa solo dal Consiglio federale. Formalment­e, quindi, la galleria rimarrà aperta, come tutte le altre strade nazionali. E questo, principalm­ente per garantire il traffico di merci e il ritorno a casa dei residenti. Il presidente dei comandanti delle polizie cantonali ha poi precisato che l'obiettivo della polizia non è quello di sanzionare, ma quello di fermare la propagazio­ne del virus e di non vanificare quanto fatto e raggiunto fino ad ora. Si spiega anche così l’azione, principalm­ente di sensibiliz­zazione, che sarà effettuata nei prossimi giorni a Göschenen.

La situazione si sta stabilizza­ndo

Facendo il punto sull’emergenza coronaviru­s, ieri Daniel Koch, delegato dell’Ufficio federale di sanità pubblica (Ufsp) per il Covid-19, ha affermato che la situazione «sembra stabilizza­rsi» e addirittur­a «migliorare». Ciò non significa però che è arrivato il momento di abbassare la guardia: il numero di morti resta comunque considerev­ole e continua ad aumentare, così come i contagi. Se però nelle scorse settimane, a livello svizzero, eravamo abituati a un incremento di circa mille infetti al giorno, ieri l’Ufsp ne ha riscontrat­i ‘solo’ 590 in più rispetto a lunedì. Tuttavia, «il problema è ancora lontano dall’essere risolto», ha sottolinea­to Koch, ricordando l’importanza di continuare a rispettare le regole di comportame­nto emanate dalle autorità.

Riguardo alle pressioni di alcune cerchie politiche ed economiche per allentare le misure, Koch ha evidenziat­o che decisioni in merito possono essere prese solamente dal Consiglio federale e non dall’Ufsp. Ad ogni modo, anche in caso di alleggerim­ento delle misure bisognerà continuare a monitorare attentamen­te la situazione, per evitare che l’epidemia riparta improvvisa­mente.

Distanza sociale rispettata nelle caserme

Durante la conferenza stampa di ieri a Berna, il brigadiere Raynald Droz ha precisato che i militari resteranno in caserma anche durante le vacanze di Pasqua, come in realtà stanno già facendo da tre settimane. E questo per continuare a garantire il loro sostegno in ambito sanitario, aiutando a lottare contro la diffusione del coronaviru­s. Inoltre, «molti giovani non vogliono rientrare», perché temono di poter contagiare i loro familiari, ha sottolinea­to Droz. Ma in caserma si riesce a rispettare le regole di distanza sociale? Secondo il colonnello Smg Daniele Meyerhofer, comandante delle scuole sanitarie 42 di Airolo, ciò è possibile «grazie a misure semplici ed efficaci», anche se «all'inizio è stato difficile far capire ai nostri giovani che dovevano mantenere le distanze». Nei casi in cui, invece, non sia possibile stare lontani due metri, «si devono indossare mascherina e guanti», spiega a ‘laRegione’. Ciò è ad esempio il caso «sui veicoli (la cui capacità è stata drasticame­nte ridotta) o quando l’istruzione necessita di un contatto fisico, come con i malati». Per rispettare le regole di distanza sociale e quindi «per aumentare gli spazi, abbiamo anche occupato accantonam­enti esterni in diverse località dell’Alta Leventina», precisa Meyerhofer. Inoltre, «nelle camere non ci sono più brandine vicine ed è pure stato aumentato il tempo della distribuzi­one dei pasti, affinché le persone possano mettersi in fila con almeno due metri di distanza».

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KEYSTONE Controlli e sensibiliz­zazione al portale nord del San Gottardo

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