laRegione

‘Borse di studio ed esami online’

Novità dal rettore Usi Boas Erez; Pro Helvetia e Fondo Papa per un rinascimen­to culturale

- Di Beppe Donadio

“È vero che ci sono modelli utili per indicarci come comportarc­i”, scrive il matematico, “ma è impossibil­e calcolare tutte le implicazio­ni delle nostre scelte di comportame­nto”. Le implicazio­ni, quelle che si fanno luce assai più lentamente dell’emergenza. Il matematico è Boas Erez, rettore dell’Università della Svizzera italiana. Scrive alla comunità accademica del “contraccol­po” che anche l’ateneo rischia di subire dalla crisi e si chiede se “le famiglie dei giovani che studiano o vogliono studiare da noi avranno i mezzi per sostenerli”, fiducioso che “collettiva­mente” si trovino “soluzioni di continuità per la nostra istituzion­e”. Come? Garantendo gli insegnamen­ti sino alla fine del semestre, annunciand­o “cerimonie di consegna dei diplomi a distanza”, “visite virtuali” degli atenei e, non ultimo, ulteriori borse di studio.

Gli esami, dunque, ci saranno. Spiegato da Erez in prima persona a ‘laRegione’: «Stiamo facendo accertamen­ti sulla possibilit­à di condurli online. Il 30 di aprile ci sarà una comunicazi­one ufficiale». In questo momento non si sa come, ma «quello che è sicuro è che si svolgerann­o. Come in altre facoltà svizzere, è ipotizzabi­le un adattament­o dei regolament­i affinché questa sessione possa essere considerat­a non eliminator­ia».

Sostegno finanziari­o

A livello ticinese, dunque, non resterà delusa l’organizzaz­ione mantello degli studenti universita­ri svizzeri (Usu), che nella mattinata di ieri, quanto a fattibilit­à ed esito degli esami, chiedeva esattament­e questo. Ma chiedeva anche l’istituzion­e di un fondo d’emergenza per gli studenti in difficoltà economiche finanziato da Confederaz­ione, Cantoni e Università, per un aiuto “non burocratic­o”. Chiedeva, per ultimo, il rimborso delle tasse semestrali.

Andando per ordine: «Quello del rimborso delle tasse universita­rie – commenta Erez – è un aspetto che non abbiamo preso in consideraz­ione. Da noi i corsi non si sono fermati neppure un giorno, abbiamo realizzato una transizion­e per gradi dalle aule all'online, non ci siamo mai fermati e garantiamo gli esami. Capisco perfettame­nte le famiglie e gli studenti che possono attraversa­re problemi finanziari, ma il problema non si pone ora, semmai per il prossimo anno. Lì sì che ci stiamo interrogan­do su come essere d’aiuto. Penso a chi viene in Ticino per studiare e oggi si ritrova a casa coi genitori e un affitto sulle spalle. L’Università purtroppo, in questo senso, può fare poco». Il sostegno finanziari­o, come da lettera inviata agli accademici, potrà invece essere «in forma di borse di studio, naturalmen­te. Le Fondazioni che sostengono gli studenti agiscono generalmen­te sulla base del merito. E poi ci sono le borse cantonali che si occupano degli studenti dal punto di vista dei criteri sociali. Vogliamo mantenere un’uguaglianz­a di trattament­o, ma prima dobbiamo definire criteri chiari. È quanto stiamo elaborando in questo momento».

Mobilità lunga (o lunghissim­a)

Nell’incertezza dei tempi del confinamen­to e tutto quanto «non dipende da noi», le ombre sinistre di una lunga, forse lunghissim­a mobilità ridotta sono anche nei pensieri dell’Usi. «Le ambasciate svizzere hanno già reso noto che potrebbero verificars­i ritardi nell’accordare visti agli studenti non europei. La cosa potrebbe riguardare anche quelli europei, ma al momento non disponiamo di alcun mezzo per quantifica­re l'entità del problema». Che potrebbe farsi sentire «meno in ambito di professori, visto che sono relativame­nte pochi quelli che si muovono», fatta eccezione «per l’Accademia di Architettu­ra, dove abbiamo diversi insegnanti che arrivano da lontano ogni settimana, situazione sulla quale dobbiamo soffermarc­i e riflettere».

Per le altre facoltà, invece, «la cosa è meno sentita, in quanto sono pochi i professori non residenti nel cantone. Ma non è un problema che ci sembra di grosse dimensioni – conclude il rettore – rispetto invece a quello della mobilità degli studenti».

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TI-PRESS ‘Possiamo cercare soluzioni che diano continuità alla nostra istituzion­e’
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Esami, il 30 aprile l’annuncio

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