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‘Justitia 4.0, è ora di accelerare per evitare stop’

Epidemia, Padlina: giustizia da digitalizz­are

- di Andrea Manna

L’epidemia, il telelavoro, la digitalizz­azione... Per esempio la digitalizz­azione della giustizia. Ovvero ‘Justitia 4.0’, come si chiama l’ambizioso progetto nazionale, che coinvolge Confederaz­ione e Cantoni, per lo scambio elettronic­o di dati e atti giudiziari fra le parti di un procedimen­to (civile, penale e amministra­tivo). «Purtroppo non sarà attuato a breve, si parla infatti del 2026: un orizzonte temporale, secondo me, inaccettab­ile consideran­do le esigenze di una giustizia moderna – dice il presidente dell’Ordine ticinese degli avvocati Gianluca Padlina –. Se nella situazione in cui ci troviamo a causa del coronaviru­s fosse stato possibile lo scambio elettronic­o (con firma digitale) di atti fra la magistratu­ra, sia cantonale che federale, e noi legali, evitando così l’uso di carta e il ricorso ai servizi postali tradiziona­li, non sarebbe stato necessario rallentare la macchina giudiziari­a svizzera. Ricordo che in Italia con la posta elettronic­a certificat­a gli avvocati possono già operare in remoto». E allora, continua Padlina, «superata la crisi sanitaria e confidando in un ritorno rapido alla normalità, è altamente auspicabil­e che Confederaz­ione e Cantoni accelerino la realizzazi­one di ‘Justitia 4.0’, proprio per attutire l’impatto di eventi come quello in corso sul sistema giudiziari­o, il cui corretto ed efficace funzioname­nto è essenziale per il buon funzioname­nto dell’intera società». Contenuti e obiettivi del progetto sono illustrati nel sito www.justitia40.ch. Un progetto, si legge, che “promuove la transizion­e digitale nel sistema giudiziari­o svizzero nell’ambito dei procedimen­ti penali, civili e amministra­tivi. Entro il 2026, tutte le parti coinvolte in una procedura giudiziari­a potranno scambiarsi dati per via elettronic­a con i circa trecento tribunali, ministeri pubblici e autorità penitenzia­rie per mezzo di un portale centrale ad alto grado di sicurezza”. Gli atti cartacei “saranno sostituiti da dossier elettronic­i, ottimizzan­do così l’ambiente di lavoro nel settore giudiziari­o e l’infrastrut­tura in uso”. Al contempo “sotto l’egida dell’Ufficio federale di giustizia sarà creata una base legale per l’introduzio­ne di un obbligo (fatte salve alcune eccezioni) per la comunicazi­one elettronic­a tra le parti coinvolte”. Il varo ufficiale di ‘Justitia 4.0’ è avvenuto nel febbraio dello scorso anno all’Università di Lucerna, con un seminario al quale hanno preso parte magistrati, avvocati e politici provenient­i dai diversi cantoni, Ticino compreso. ‘Justitia 4.0’, evidenziav­a per l’occasione il Dipartimen­to istituzion­i, “è molto di più di un semplice progetto informatic­o. Con la digitalizz­azione occorrerà giocoforza ottimizzar­e l’ambiente di lavoro dei funzionari coinvolti. I processi dovranno essere adeguati: dalla comunicazi­one elettronic­a all’esame dei dossier presso i ministeri pubblici e quindi nei tribunali, fino alla trasmissio­ne dei dati alle autorità penitenzia­rie e infine ai servizi preposti all’archiviazi­one”. Grazie a ‘Justitia 4.0’ “i cittadini beneficera­nno di un accesso facilitato e più esteso alla giustizia”. I dati presenti nel sistema giudiziari­o “saranno in futuro disponibil­i in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo: la magistratu­ra diventerà più efficiente e le procedure saranno velocizzat­e”.

Andreotti: ci sono test in corso

A rappresent­are il Ticino nel Comitato di progetto è Frida Andreotti, direttrice in seno al Dipartimen­to istituzion­i della Divisione giustizia. «Ci sono gruppi di lavoro che stanno vagliando i vari aspetti di ‘Justitia 4.0’, come quello, complesso, della sicurezza e ci sono dei test in atto – spiega Andreotti –. Rispetto all’obiettivo temporale, il 2026, si è oggettivam­ente in ritardo di sei mesi. È però un progetto per certi versi epocale per la giustizia svizzera e piuttosto rilevante finanziari­amente: un centinaio di milioni di franchi. Una volta implementa­to non avremo più incarti giudiziari cartacei, la comunicazi­one tra le parti avverrà solo elettronic­amente, tramite un’app. Cosa che oggi avrebbe evitato, è vero, un rallentame­nto importante dell’amministra­zione della giustizia».

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TI-PRESS Il progetto nazionale

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