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Ann bisèst, ann fünèst

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Questo antico modo di dire me l’ha ricordato un conoscente porgendomi, a Capodanno, gli auguri di buon anno. Maledetto fu quel pessimo presagio. Se guardiamo i proverbi, i modi di dire e la tradizione popolare, ci accorgiamo che intorno a questa particolar­e ricorrenza sono nate, nel corso dei secoli, leggende e dicerie che fanno ritenere l’anno bisestile un anno sfortunato e foriero di sventure. Il 1600 fu bisestile; il 1700, il 1800 e il 1900 no; il 2000 sì e per quanto ci riguarda più da vicino l’anno in corso altrettant­o. Lasciamo da parte queste credenze e veniamo ai nostri giorni. Il 2020 ci ha portato tutti con i piedi per terra, rammentand­oci la fragilità umana e, diciamolo senza remore, l’imbecillit­à dell’uomo che si ritiene onnipotent­e e sfida ogni giorno le regole della natura, nel nome del Dio denaro. Attualment­e la vera arma contro il coronaviru­s è il rigore. Rispettiam­o le norme suggerite dalle autorità sanitarie e politiche, perché il Covid-19 è un virus che corre con grande facilità. E facciamo sentire la nostra vicinanza alle famiglie colpite nei loro affetti più cari, ai famigliari dei medici, dei servizi paramedici – infermieri (e) – in primis, che hanno pagato con la vita. Gilberto Bossi, Caneggio

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