Smog e virus: ‘Un nesso c’è’
“Esiste un nesso tra l’inquinamento atmosferico e la violenza con cui il coronavirus sta colpendo la popolazione lombarda, ma non è plausibile che il virus sia stato trasportato all’interno della Lombardia dalle polveri sottili”. È la conclusione a cui giunge uno studio del professor Domenico Cavallo, docente di Tossicologia ambientale dell’Università dell’Insubria, e riportata dai media lombardi. “Il virus sopravvive nel ‘droplet’, quella pioggia di minuscole goccioline di saliva con determinate caratteristiche di temperatura e umidità. Caratteristiche che invece a mio parere non può trovare nel Pm10 e 2,5. Concentriamoci però – aggiunge il docente – sul target: il polmone. Riscontriamo tanti casi purtroppo gravi di Covid-19 su persone che hanno già l’apparato respiratorio in condizioni non ottimali. Che l’inquinamento atmosferico produca danni agli apparati respiratori è un fatto: ed è evidente che le persone già in sofferenza polmonare sono le più esposte a conseguenze pesanti del coronavirus”. Per contro, prosegue il professore, “che l’inquinamento sia un veicolo del virus non è dimostrato; è invece vero che le persone che vivono in un ambiente contaminato sono più esposte agli effetti del virus’’.