laRegione

Chiesta una ‘indagine internazio­nale’

-

«Se la Cina si è resa intenziona­lmente responsabi­le della diffusione del virus dovrebbe pagarne le conseguenz­e. Se invece è stato un errore è diverso». Il presidente americano Donald Trump minaccia Pechino, dopo averla accusata di nascondere i dati e di avere un bilancio reale di vittime ben più alto di quello record degli Usa, che nel frattempo ha raggiunto e già superato i 40mila morti (il che equivale a circa un quarto dei decessi totali su scala mondiale).

Per Trump mossa voluta

Trump fa aleggiare il sospetto non solo di un incidente di laboratori­o ·ipotesi rilanciata negli scorsi giorni dal ‘Washington Post’ m· a anche di una mossa voluta. Il laboratori­o dell’Istituto di virologia di Wuhan, la città cinese dove si è propagato il coronaviru­s, ha negato immediatam­ente: «È impossibil­e, nessuno dei ricercator­i si è infettato», ha ribadito il direttore Yuan Zhiming. Scienziati cinesi hanno affermato che il virus è passato probabilme­nte da un animale agli umani in un mercato di Wuhan che vendeva animali selvatici, ma l’esistenza del vicino laboratori­o ha gettato un’ombra su questa versione. Anche l’Australia intanto ha messo in dubbio la trasparenz­a di Pechino e ha chiesto un’indagine internazio­nale sull’origine del virus e la sua diffusione nel mondo.

‘Si possa fare causa’

«Penso sia importante e noi insisterem­o assolutame­nte su questo», ha assicurato la ministra degli Esteri Marise Payne in un’intervista alla Abc. Gli ha fatto eco il senatore americano David Hawley, repubblica­no, che ha proposto una commission­e internazio­nale guidata dagli Usa e ha chiesto che ai famigliari delle vittime di Covid-19 sia consentito di fare causa al governo cinese. Intanto da New York arriva una notizia positiva: «È iniziata la fase discendent­e», ha annunciato il governator­e dello Stato Andrew Cuomo, avvisando però che «la strada è ancora lunga».

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland