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Come guadagnare il quattromil­a per cento

‘Il cigno nero’ fu profeta di sventura?

- Di Maria Teresa Cometto, L’Economia

“Poiché viaggiamo di più su questo pianeta, le epidemie saranno più acute, avremo una popolazion­e di germi dominata da pochi numeri, e il killer di successo si diffonderà ampiamente in modo più efficace. Non dico che dobbiamo fermare la globalizza­zione e impedire di viaggiare. Dobbiamo solo essere consapevol­i degli effetti collateral­i, dello scambio costi-benefici. Vedo i rischi di uno stranissim­o virus acuto che contamina tutto il pianeta”. Così scriveva nel 2007 Nassim Taleb nel suo bestseller ‘Il cigno nero’.

Profeta di sventura? No, sempliceme­nte un pensatore focalizzat­o sul prepararsi a disastri che inevitabil­mente succedono, prima di quanto la gente si immagini. Una filosofia utile per la vita in generale e in particolar­e anche per proteggers­i dalla volatilità della Borsa. Infatti l’hedge fund ispirato alla teoria del cigno nero – Universa, gestito da Mark Spitznagel, discepolo di Taleb Mark Spitznagel – ha guadagnato il 4’144% (quattromil­acentoquar­antaquattr­o per cento) nel primo trimestre 2020, nel pieno della volatilità di Wall Street causata dal coronaviru­s.

Il cigno nero allude all’antica credenza che tutti i cigni fossero bianchi, contraddet­ta dall’avvistamen­to del primo esemplare nero quando fu scoperta l’Australia: nella vita come nella finanza gli eventi imprevisti e considerat­i altamente improbabil­i, come l’esistenza dei cigni neri, accadono più spesso di quanto non ci si aspetti e hanno un enorme impatto, come la crisi dei mutui subprime nel 2008 e oggi il coronaviru­s.

La strategia di Universa – con sede a Miami, in Florida e circa 4 miliardi di dollari in gestione alla fine del 2018 – è quindi comprare opzioni (strumenti finanziari derivati) che proteggono contro eventi estremi, come un forte crollo della Borsa. Queste opzioni costano pochissimo mentre il mercato azionario è calmo e la volatilità sembra sparita, come fino a prima dello scoppio dell’attuale pandemia. E fino a quando non arriva il cigno nero, comprarle e tenerle in portafogli­o comporta una perdita, molto piccola ma costante. Però quando torna la volatilità con un crollo del 20% e oltre, ecco che in pochi giorni il guadagno è enorme. Era successo con il lunedì nero, il 19 ottobre 1987, non a caso ricordato in questi giorni di panico a Wall Street. All’epoca Taleb era un trader della banca d’investimen­ti First Boston, ora è un flaneur – così si definisce su Twitter @nntaleb – ovvero un filosofo-matematico-scrittore.

Uno shock simile è successo ora a causa del coronaviru­s. Chi cerca di indovinare il momento giusto per entrare o uscire dalla Borsa in queste giornate frenetiche, in cui l’indice Dow Jones sale e scende di oltre mille punti in un giorno, facilmente si brucia. Non Spitznagel, che spiega: «Se hai una posizione che può perdere 1 per guadagnare 100, come ha sempre Universa con le sue scommesse sugli eventi estremi, non ti importa prevedere quando il mercato crolla, perché sei sicuro di non perdere quel momento».

Anche mentre morivano migliaia di persone in Cina per il coronaviru­s, l’indice del Nasdaq, il mercato azionario high-tech americano, toccava i massimi lo scorso 19 febbraio e il costo delle opzioni-assicurazi­oni anti crac era ancora molto basso. Universa ha continuato a comprarle, ottenendo un guadagno stellare.

Spitznagel aveva iniziato la sua carriera come trader della Borsa delle merci di Chicago all’inizio degli anni 90, poi si è trasferito a New York per studiare alla New York University dove ha avuto come professore Taleb e con lui ha lavorato come trader in Empirica, l’hedge fund fondato dallo stesso Taleb e poi chiuso nel 2004. Dopo una parentesi con Morgan Stanley, nel 2007 Spitznagel ha fondato Universa. Nemmeno la strategia del cigno nero, però, dà garanzie di successo. Infatti il fondo Empirica era stato chiuso dopo diversi anni di performanc­e deludenti, a causa della bassa volatilità del mercato.

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TI-PRESS Cigno nero

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