Il chiosco, un’oasi nel deserto di Besso
La dura vita dell’edicolante, punto di riferimento sociale e materiale nel quartiere
Come un faro nella notte, un’oasi nel deserto, dove le poche auto sfilano davanti a bar chiusi e marciapiedi vuoti. Per chi vuole anche solo un caffè, o una bibita, il chiosco San Nicolao Besso rimane unico punto di riferimento in questa fetta di periferia.
Piccolo che quasi non si vede, grazie ad iniziative particolari, come le bancarelle di libri a un franco l’uno, o il fatto di trovarsi su una piazzetta di recente rinnovata, vicino al chiosco non era difficile vedere capannelli di persone a chiacchierare. Oggi no, causa ‘distanza sociale’, ma il via-vai di clienti è particolarmente incessante. Ognuno con qualcosa da comprare, e spesso con la voglia di fare due parole.
Il bello è che, per rimediare alle situazioni di ‘clausura’ più o meno volontarie, un paio di settimane fa il chiosco ha lanciato un servizio di consegna a domicilio, con annunci su fb e volantini. «È stata un’idea di una mia cliente – spiega il titolare Marzio Gasparini –. Ha avuto un gran successo: qualche consegna l’abbiamo fatta, ma più che altro grazie all’annuncio sono arrivati diversi nuovi clienti, che non sapevano della nostra esistenza, che si trova un po’ di tutto, così ora vengono di persona...». Un’umanità variopinta, spaccato di un quartiere popolare come Besso. «Per tenere un chiosco come il mio ci vuole anche un po’ di vocazione, deve piacerti la gente – spiega Marzio –. Non è come i grandi negozi della Kiosk, io l’ho sempre visto un po’ come un negozietto di montagna». E infatti dai pochi metri quadri del chiosco esce una notevole varietà di merci. Gli affari non sono calati per colpa dell’emergenza sanitaria. «Anzi, in questo periodo di pandemia lavoro 7 giorni su 7, ogni tanto mi prendo una pausa. Tra l’altro sono stato momentaneamente ‘abbandonato’ dalla mia collaboratrice. Un po’ mi vergogno a dirlo, ma è decisamente aumentata la vendita di alcolici» (il chiosco è dotato di frigorifero per le bevande).
Rifornimenti e soccorsi
In questi giorni l’edicolante ha dovuto pure prestar soccorso, in occasione di episodi «alcuni divertenti, altri decisamente penosi», dall’inspiegabile caduta di un ciclista che sosteneva di essere stato toccato da un’auto – quando non ce n’erano in circolazione – ad altri fatti più seri di carattere sanitario. «Porto sempre i giornali a una signora di 91 anni lasciandoli nella bucalettere» racconta Marzio. «L’ultima volta mi ha chiesto di portarglieli in casa, e lì ho scoperto che non riusciva più ad alzarsi dalla poltrona. Naturalmente ho chiamato la polizia». Insomma un mestiere che tavolta sconfina nel ‘servizio sociale’ quello del piccolo edicolante, insignito nel 2012 del premio di ‘Besso pulita’: «Mi fece piacere – ricorda Marzio – anche se Besso sarà pure diventata più pulita, ogni tanto per scherzo dico a Ugo Cancelli (fondatore dell’associazione) che dopo le 19 non c’è più in giro nessuno mentre prima tenevo aperto fino alle 21». Non è facile resistere in queste condizioni per una piccola attività come quella del ‘San Nicolao’, e il suo gestore non ne fa mistero.
I libri a un franco
Del resto la storia recente di questo chiosco è anche legata a un’iniziativa filantropica. Marzio tornò da Ginevra, dove viveva da un trentennio, per stare vicino a sua mamma gravemente malata. In quel momento decise di mettere in vendita i suoi numerosi libri (è un appassionato lettore) a un franco l’uno, donando metà del ricavato a enti benefici. Una tradizione che è continuata, con la bancarella dell’usato che contraddistingue questo piccolo chiosco: «Sono libri che mi vengono donati, diversi sono nuovi». I volumi sono al momento tornati nel retrobottega, perché le librerie non rientrerebbero tra i negozi che possono restare aperti.
Non è l’unica cosa che questa pandemia ha cambiato: «Ripensandoci, le sedie incatenate a tre metri di distanza una dall’altra sulla piazzetta qui davanti, erano un presagio... Noto un aumento delle nevrosi, è capitato che clienti in fila si innervosissero per la faccenda della distanza sociale, altri hanno cominciato a manifestare dei problemi... io sono uno molto ‘di pancia’ e me ne accorgo».
Come vede Marzio Gasparini il ‘dopo’? Torneranno tempi sereni, con gruppi di persone fuori dal chiosco, magari a guardare le partite in tv? E soprattutto: ci sarà ancora spazio per un piccolo chiosco privato, nel futuro? «Ti rispondo con una canzone di Ruggeri: ‘Il futuro è un’ipotesi, forse il prossimo alibi...’. Il mio futuro per me è domani». Una cosa è certa: anche ad emergenza sanitaria terminata, sicuramente a molti il ‘San Nicolao’ mancherebbe.