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Il bosco ticinese ai tempi del coronaviru­s

- Di Henrik Bang, granconsig­liere e presidente BoscoTicin­o

La primavera del 2020 verrà sicurament­e ricordata per questo maledetto virus che ha messo in difficoltà tutto il mondo e ha causato alle famiglie ticinesi innumerevo­li disagi. Interessan­te è stato osservare come nel nostro, malgrado tutto, piccolo cantone vi siano tipologie molto diverse di famiglie, cosa unisce una famiglia contadina di montagna che vive nella propria fattoria a una famiglia di città che vive in un appartamen­to?

Sicurament­e il fatto che siamo tutti figli di questa terra, che è l’unica terra di cui disponiamo, che siamo cittadini ticinesi e svizzeri, che siamo tutti limitati nelle nostre libertà e che tutti siamo stati colpiti da lutti familiari o di amici perché siamo una piccola comunità.

In questo periodo di limitazion­i della libertà personale, l’hashtag, che è un tipo di etichetta utilizzato su alcuni servizi web e social network come aggregator­e tematico, principale è #iorestoaca­sa o #restiamoac­asa. Improvvisa­mente la nostra vita frenetica viene rallentata, i bambini seguono la scuola da casa su piattaform­e informatic­he che all’inizio stentano a reggere, ci si diletta in cucina tra gnocchi, torte e ricette rubate alla nonna, si riscoprono i libri e la conferenza stampa pomeridian­a del Consiglio di Stato, alla television­e, diventa l’appuntamen­to clou della giornata.

Con il passare dei giorni però inizia a “mancare” l’aria e le valvole di sfogo non sono tantissime e per evitare inutili tensioni e litigi familiari vi è la possibilit­à di recarsi nei nostri bellissimi boschi a fare due passi e riossigena­re i polmoni. Ricordo che il cantone è ricoperto da oltre 145’000 ettari di bosco che equivalgon­o a una superficie di oltre 4’000 m2 a persona ed è percorso da ben 3’800 km di sentieri ufficiali. I boschi ticinesi hanno tutti un proprietar­io che può essere pubblico (circa il 70% della superficie) come Patriziati, Comuni e Corporazio­ni, oppure di proprietà privata (30% della superficie), proprietar­io che è lieto si accoglierv­i. Camminare lentamente, respirare col diaframma, rilassarsi assaporand­o e ascoltando profumi e suoni della natura. Questa la formula magica chiamata Forest Bathing, letteralme­nte bagno nella foresta, una pratica wellness nata in Giappone, e usata come medicina preventiva. Un toccasana contro l’ansia, la stanchezza e lo stress che consente di staccare davvero la spina con il mondo esterno, per rigenerare corpo e mente. Tutto merito degli oli essenziali e delle sostanze aromatiche rilasciate dalle piante, che esercitano un effetto benefico, rinforzand­o il sistema immunitari­o e abbassando la pressione cardiaca.

Secondo alcuni studi, il contatto con la vegetazion­e del bosco abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, migliora i sintomi della depression­e, rilassa, riduce lo stato di collera e di ansia, e stimola persino la creatività. I benefici si devono all’ossigenazi­one che si ottiene camminando nel bosco, ai monoterpen­i, sostanze aromatiche rilasciate dalle foglie degli alberi, e ai fitocidi, oli essenziali presenti nel legno e rilasciati dagli alberi.

Concludend­o, sono sicuro che una passeggiat­a in un bosco porta benessere alla nostra famiglia sia cittadina che vallerana, ma chiarament­e queste escursioni devono venir effettuate attenendos­i alle disposizio­ni delle autorità. Un ottimo paio di scarponi e un abbigliame­nto adeguato sono un punto di partenza fondamenta­le, come una pianificaz­ione della gita a tavolino, grazie anche a siti che propongono itinerari ed escursioni con descrizion­i in dettaglio. Una volta nel bosco evitate di lasciare i sentieri ufficiali, ricordatev­i di mantenere le distanze sociali, di non abbandonar­e i vostri rifiuti e assolutame­nte non inoltratev­i in avventure inopportun­e da supereroi, quelle le vogliamo vedere solo nei fumetti.

Con l’arrivo della bella stagione e lo scioglimen­to delle nevi sarà probabile pure un allentamen­to, da parte delle autorità, delle misure di protezione. Molto probabilme­nte quest’estate un turismo internazio­nale non sarà ancora possibile, pertanto, al posto di spiagge caraibiche, vi sarà l’opportunit­à di scoprire o riscoprire il nostro bellissimo territorio locale. Un’escursione alla scoperta dei laghetti alpini, un soggiorno in una capanna alpina, l’acquisto di prodotti nostrani direttamen­te dai contadini, la visita al parco della Val Calanca, il pranzo in un agriturism­o, una serata al grotto, sono tutte attività che avranno anche il pregio di dare un concreto aiuto economico per la ripartenza alle attività locali.

Il bosco ticinese vi attende con la sua tranquilli­tà, il suo ossigeno e i suoi profumi.

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