laRegione

‘Profondo disagio e preoccupaz­ione’

Casa anziani Cinque Fonti: la lettera aperta di una trentina di dipendenti

- Di Davide Martinoni

Frustrazio­ne, confusione, bisogno di aiuto, voglia di “normalità” e anche un po’ di nostalgia, nei confronti di un direttore amministra­tivo entrato in funzione a settembre (2019) e uscito inopinatam­ente di scena a dicembre.

Ci sono diversi elementi di riflession­e, nella lunga lettera aperta che una trentina di dipendenti della casa anziani Cinque Fonti di San Nazzaro hanno inviato al nostro giornale in relazione al clima che si respira nell’istituto a causa dei ben noti fatti. Fatti che, si legge, “sono per noi motivo di profondo disagio e preoccupaz­ione. L’impression­e è che la situazione non promette affatto di migliorare, ma al contrario degenera ogni giorno di più”.

Ricordando­li telegrafic­amente, i fatti sono i seguenti: un anno fa il direttore amministra­tivo Samuele Enderli viene assunto, a settembre entra in funzione, pone delle domande su presunti conflitti di interesse e tre mesi dopo viene licenziato e sostituito dalla direttrice precedente. Poi la Curia come autorità di nomina esprime preoccupaz­ione, dal Consiglio di Fondazione se ne vanno prima – sbattendo la porta – il rappresent­ante del Cantone (ente finanziato­re) Maurizio Sargenti e poi l’ex direttore sanitario dottor Enrico Pelloni, seguito a ruota dalla figlia Valentina Besse, che aveva preso il suo posto in clinica (e con lui era il soggetto delle domande poste da Enderli). Recentemen­te il CdF è stato completato da sindaco e vicesindac­o di Gambarogno, Tiziano Ponti ed Eros Nessi, che unitamente al presidente padre Bogdan hanno confermato il licenziame­nto di Enderli decidendo di perseguire la strada della riorganizz­azione amministra­tiva sotto il cappello di Alvad, ovverosia il motivo (o pretesto) in base al quale Enderli era stato liquidato. Il tutto sotto gli occhi del Cantone, che con il suo Ufficio anziani ha chiesto di ripristina­re una direzione ai sensi della legge, ovverosia con un responsabi­le amministra­tivo.

‘Con Enderli c’era un’aria nuova’

“Ci rivolgiamo agli ospiti della casa, ai loro parenti, ma anche e soprattutt­o ai cittadini e ai politici del Gambarogno; insomma, a tutti coloro cui il bene della casa anziani Cinque Fonti sta (o dovrebbe stare) più a cuore”, scrive una buona parte del personale. Che tornando al “periodo Enderli” dice di aver “respirato un’aria nuova. Abbiamo avvertito che erano in atto importanti e positivi cambiament­i. Ci siamo sentiti ascoltati e considerat­i, coinvolti nelle decisioni quotidiane. Abbiamo finalmente potuto svolgere le funzioni che competono al nostro ruolo profession­ale. Il direttore Enderli ha anche prospettat­o un piano di formazione e aggiorname­nto del personale, che da anni reclamavam­o invano”.

Ma non doveva durare. Infatti, “con grande sorpresa e dispiacere di noi tutti, dopo soli tre mesi, il direttore Enderli è stato allontanat­o con effetto immediato. E fino a gennaio ci siamo ritrovati con la precedente e storica direttrice, la quale, in un sol colpo, ha azzerato tutto quanto di nuovo e positivo era stato introdotto da Enderli”. Dopodiché, con effetto valanga, “si sono dimesse la contabile e la governante. Poi è improvvisa­mente entrato in scena Alvad, con un nuovo direttore”. Tutto ciò “è avvenuto a nostra insaputa. Nella migliore delle ipotesi, siamo stati serviti di informazio­ni assolutame­nte sommarie. Il tutto si è svolto in un contesto di poca trasparenz­a”.

Insomma, una situazione difficile da gestire soprattutt­o internamen­te: “Ci sentiamo in balia degli eventi. Le improvvise dimissioni (dopo decenni) del consiglier­e di amministra­zione Maurizio Sargenti. L’allontanam­ento del direttore Enderli. Poi le inaspettat­e dimissioni del dottor Enrico Pelloni, anche lui in Consiglio di Fondazione da decenni. Quelle di padre Bogdan, rifiutate dal Vescovo. Poi le nuove nomine. E, di recente, le dimissioni della direttrice sanitaria Besse”, che a fine aprile, come suo padre, terminerà la collaboraz­ione con la casa anziani. Eppure “non è noto chi prenderà il loro posto. Non vi sono nominativi di medici da sottoporre ai residenti e ai loro familiari. Questa situazione genera ansia e preoccupaz­ione soprattutt­o in questo periodo che già costringe i nostri ospiti a un isolamento prolungato dovuto all’emergenza sanitaria in corso”.

‘Non siamo sereni’

I collaborat­ori lamentano che le informazio­ni d’attualità che li concernono direttamen­te le vengono a sapere “soprattutt­o dai media”, dai quali “abbiamo pure appreso che l’attuale gestione Alvad sarebbe addirittur­a contraria alla legge e che l’Ufficio anziani avrebbe chiesto al nostro istituto di ripristina­re una situazione di legalità e di reintegrar­e la figura del direttore amministra­tivo”.

In definitiva “tutto questo suscita preoccupaz­ione e compromett­e indubbiame­nte l’immagine della casa per anziani. Ma soprattutt­o pregiudica la qualità del lavoro e del servizio, turbando la serenità di collaborat­ori, ospiti e parenti”. L’augurio e l’auspicio è che “la Cinque Fonti possa al più presto ritrovare una gestione affidabile e trasparent­e, che sola può garantire qualità e serenità nel lavoro”.

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TI-PRESS L'istituto per anziani gambarogne­se
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TI-PRESS Si cerca stabilità

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