laRegione

Una questione di equilibrio

- Di Bixio Caprara, presidente Plrt

Il Partito liberale radicale ha approfondi­to quali debbano essere le priorità per il rilancio del paese nel dopo Covid-19 con un approccio sistemico, consapevol­e che bisognerà fissare precise priorità visto che le risorse dello Stato non sono infinite. Dobbiamo evitare che la crisi sanitaria e quella economica, con le possibili conseguenz­e sociali correlate, si trasformin­o in una crisi finanziari­a incontroll­ata che si ribaltereb­be gravemente sulle generazion­i future.

Ogni giorno si leggono proposte, indicazion­i e soluzioni. Le facciamo anche noi all’indirizzo delle istanze competenti per offrire una base di discussion­e consapevol­i che vi dovranno essere confronti intensi per arrivare a un percorso equilibrat­o e condiviso.

Mi lasciano molto perplesse talune critiche opportunis­tiche del “l’avevo detto” a conferma del detto tedesco “im Nachhinein ist man immer klüger” (dopo è sempre più facile essere più intelligen­ti). Sposo invece chi riconosce gli aspetti positivi della cultura dell’errore, succede infatti sempre e soltanto a chi lavora, per migliorare il nostro approccio in future situazioni analoghe. Dopo la vetta si tratta di affrontare la discesa e in molti hanno ricordato la metafora dei percorsi montani nei quali la discesa è spesso insidiosa almeno quanto la salita.

Indispensa­bile definire una chiara strategia di ripresa delle attività economiche e della scuola. Premesso il rispetto delle distanze sociali e delle norme igienico-sanitarie un paio di aspetti mi lasciano perplessi. Nelle aperture delle diverse attività economiche e commercial­i non è ben chiaro se la parità di trattament­o sia sempre davvero rispettata. Ad esempio; saranno aperti i parrucchie­ri e i negozi per il giardinagg­io, bene. Ma cosa c’è di così diverso per una libreria e un negozio di abbigliame­nto?

Altro capitolo delicato sono le scuole. Il Consiglio federale si orienta, sempre che la curva prosegua nell’attuale rallentame­nto, per abolire l’obbligo di chiusura delle scuole dell’obbligo l’11 maggio e l’8 giugno le superiori. Significa che la palla per definire le modalità di apertura passa ai Cantoni chiamati a trovare una complicata quadratura del cerchio tra un auspicato recupero del tempo perso, un insegnamen­to a distanza funzionato in modo disomogene­o e il tema dell’accudiment­o tenendo conto dei genitori che torneranno al lavoro nell’impossibil­ità di coinvolger­e i nonni. Preoccupan­o in particolar­e gli allievi più fragili. Una situazione che richiederà flessibili­tà e inventiva. Consideran­do che oltre Gottardo solitament­e le scuole finiscono a metà luglio, è davvero il caldo a impedire un’estensione del calendario scolastico in particolar­e per gli anni di fine ciclo?

Insieme ce la faremo, ne sono sicuro. Cerchiamo di aiutarci tutti, come per la fase acuta, nella ricerca del giusto equilibrio per una progressiv­a e graduale ripresa delle attività e facendo il minor numero di errori possibili.

Forza Ticino.

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