Una questione di equilibrio
Il Partito liberale radicale ha approfondito quali debbano essere le priorità per il rilancio del paese nel dopo Covid-19 con un approccio sistemico, consapevole che bisognerà fissare precise priorità visto che le risorse dello Stato non sono infinite. Dobbiamo evitare che la crisi sanitaria e quella economica, con le possibili conseguenze sociali correlate, si trasformino in una crisi finanziaria incontrollata che si ribalterebbe gravemente sulle generazioni future.
Ogni giorno si leggono proposte, indicazioni e soluzioni. Le facciamo anche noi all’indirizzo delle istanze competenti per offrire una base di discussione consapevoli che vi dovranno essere confronti intensi per arrivare a un percorso equilibrato e condiviso.
Mi lasciano molto perplesse talune critiche opportunistiche del “l’avevo detto” a conferma del detto tedesco “im Nachhinein ist man immer klüger” (dopo è sempre più facile essere più intelligenti). Sposo invece chi riconosce gli aspetti positivi della cultura dell’errore, succede infatti sempre e soltanto a chi lavora, per migliorare il nostro approccio in future situazioni analoghe. Dopo la vetta si tratta di affrontare la discesa e in molti hanno ricordato la metafora dei percorsi montani nei quali la discesa è spesso insidiosa almeno quanto la salita.
Indispensabile definire una chiara strategia di ripresa delle attività economiche e della scuola. Premesso il rispetto delle distanze sociali e delle norme igienico-sanitarie un paio di aspetti mi lasciano perplessi. Nelle aperture delle diverse attività economiche e commerciali non è ben chiaro se la parità di trattamento sia sempre davvero rispettata. Ad esempio; saranno aperti i parrucchieri e i negozi per il giardinaggio, bene. Ma cosa c’è di così diverso per una libreria e un negozio di abbigliamento?
Altro capitolo delicato sono le scuole. Il Consiglio federale si orienta, sempre che la curva prosegua nell’attuale rallentamento, per abolire l’obbligo di chiusura delle scuole dell’obbligo l’11 maggio e l’8 giugno le superiori. Significa che la palla per definire le modalità di apertura passa ai Cantoni chiamati a trovare una complicata quadratura del cerchio tra un auspicato recupero del tempo perso, un insegnamento a distanza funzionato in modo disomogeneo e il tema dell’accudimento tenendo conto dei genitori che torneranno al lavoro nell’impossibilità di coinvolgere i nonni. Preoccupano in particolare gli allievi più fragili. Una situazione che richiederà flessibilità e inventiva. Considerando che oltre Gottardo solitamente le scuole finiscono a metà luglio, è davvero il caldo a impedire un’estensione del calendario scolastico in particolare per gli anni di fine ciclo?
Insieme ce la faremo, ne sono sicuro. Cerchiamo di aiutarci tutti, come per la fase acuta, nella ricerca del giusto equilibrio per una progressiva e graduale ripresa delle attività e facendo il minor numero di errori possibili.
Forza Ticino.